A SolarExpo le Strategie per la diffusione del Solare Termico

Energie rinnovabili di Marco Zibetti
Nel convegno

Metà dell’energia consumata nel nostro paese se ne va in calore e raffrescamento. In Italia il 49% del totale di energia va per gli usi termici, il 31% per i trasporti e solo il 20% per produrre elettricità. Proprio per questo motivo le rinnovabili termiche possono fare molto affinché il nostro paese raggiunga quel 17% sugli usi finali per il quale ci siamo impegnati con l’Europa.

È questo l’auspicio emerso dal convegno internazionale “Solare Thermal Day. Strategy, Market, Policy: Europa e Italia a confronto” svoltosi nell’ambito di Solarexpo a Verona e organizzato organizzato da Estif (European Solar Thermal Industry Federation), Assolterm (Associazione Italiana Solare Termico) e Ambiente Italia.

Per i relatori del convegno occorre garantire incentivi stabili e regole certe per le rinnovabili termiche, in particolare le tecnologie come il solare termico, con ottimi rapporti tra i costi per il sistema e l’energia da fonti fossili risparmiata. Bisognerebbe attuare gli obblighi che già esistono in edilizia, ma che restano sulla carta, e dare un futuro certo a misure che hanno prodotto ottimi risultati, come la detrazione fiscale del 55%.

“Il piano d’azione nazionale per l’obiettivo 2020 – osserva Andrea Molocchi degli Amici della Terra – dovrebbe tenere maggiormente in considerazione il ruolo delle rinnovabili termiche che possono fare di più a un costo minore”. Molocchi cita uno studio dell’Osservatorio sull’Energia 'Mario Silvestri' del Politecnico di Milano: il rapporto costi/benefici di uno scenario in cui si incentivino solo le rinnovabili elettriche è di 30 miliardi di euro per ogni milione di tonnellate di petrolio equivalente al 2020; quello di uno scenario in cui si distribuiscano gli aiuti in modo più razionale tra settore elettrico e rinnovabili termiche è di soli 7,9 mld€/Mtep al 2020.

“La convenienza dello scenario alternativo è di circa 4 a 1, con un risparmio per la collettività del 74% per Mtep finale prodotto”, ha concluso Molocchi.

“Il problema principale sta nel fatto che la questione clima-energia è stata affrontata con una visione elettrocentrica, perché nell’elettricità ci sono grandi gruppi capaci di fare lobby, cosa che manca negli usi termici”, commenta Xavier Noyon,  segretario generale di ESTIF. L’associazione sta spingendo anche per un’etichetta energetica sugli impianti di riscaldamento, analoga a quella degli elettrodomestici, ma posta sull’impianto nel complesso e non sulle singole componenti.

Una grande spinta per il solare termico, spiega poi Noyon, sarebbero le tariffe feed-in per la produzione di calore da rinnovabili. “Senza misure di sostegno - chiarisce il segretario di ESTIF - il solare termico non può farcela. Un obiettivo realistico per il 2020 è che il solare termico possa arrivare a soddisfare al 2020 il 3,6% del fabbisogno di calore alle basse temperature (era lo 0,2% nel 2006). Servirebbe un tasso di crescita del 36% annuo”, ha concluso.

“Mentre sul medio periodo il settore sta andando bene - riferisce Robert Welling di TiSun illustrando i dati del mercato europeo – va detto che nell’anno appena concluso crisi e aumento del costo delle materie prime hanno pesato: c’è stata una contrazione dell’11% seppur con alcune eccezioni”. Primo mercato resta la Germania (38% del fatturato nell’Ue 27), distaccate restano Italia e Spagna (entrambe 9%).

Nel nostro paese si stima che nel 2009 si siano installati 400mila m2 di collettori, portando il totale a 2 milioni, ma restiamo molto indietro in quanto a installazioni procapite. C’è dunque molto da fare. “Servirebbero incentivi affidabili sul lungo termine, obblighi solari in edilizia, semplificazioni amministrative, informazione del pubblico e formazione degli installatori”, spiega Valeria Verga segretario generale di Assolterm.

“Alcune misure di sostegno, pur esistendo, restano però sulla carta - aggiunge Riccardo Battisti di Assolterm, come l’obbligo di legge per i nuovi edifici di avere ottenere almeno il 50% dell’acqua calda sanitaria con rinnovabili. Solo la Lombardia e qualche centinaio di comuni lo hanno tradotto in un regolamento e messo in pratica”.

In Italia un notevole supporta al solare termico è arrivato dalla detrazione fiscale del 55%. “Con 0,9 €/kWh installare i pannelli solari termici è l’intervento con il miglior rapporti costo-benefici tra quelli incentivati”, commenta Valeria Verga.

"Sono 37.100 gli impianti incentivati nel 2008 per un risparmio di 288 GWh annui - ha spiegato Giampaolo Valentini dell’ENEA  - e circa 34mila la stima provvisoria per il 2009". Un successo che rischia di non potersi ripetere l’anno prossimo: “il futuro della detrazione del 55% dopo il 31 dicembre 2010 non è affatto garantito – avverte Valentini – se il Ministero dello Sviluppo Economico sembra favorevole a un rinnovo della misura, quello delle Finanze è alquanto critico”.

"In realtà i costi dell’incentivazione sono ben minori dei benefici monetari e ambientali che questa soluzione comporta, senza contare i benefici più difficilmente quantificabili come le emissioni evitate e lo stimolo ad occupazione, innovazione e tessuto produttivo”.


Questo sito utilizza i cookies per offrirti un'esperienza di navigazione migliore. Usando il nostro servizio accetti l'impiego di cookie in accordo con la nostra cookie policy.