Affitti: come si è chiuso il 2021 per il mercato?

Immobiliare di Marco Zibetti
Dopo un 2020 che ha visto una contrazione dei valori dovuta a una minore domanda e a una maggiore offerta, com’è andato il 2021? Ecco i dati del 2° semestre

Il segmento relativo agli affitti è stato tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria. Il lockdown, lo smart working e la didattica a distanza hanno lasciato il segno. Ma come sta andando la ripresa? Prendiamo in esame i dati del secondo semestre del 2021.

Secondo le analisi dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, i canoni di locazione residenziale hanno registrato un aumento dei canoni di locazione: monolocali (+3,4%), bilocali (+3,1%) e trilocali (+2,5%).

Dopo un 2020 che ha visto una contrazione dei valori dovuta a una minore domanda e a una maggiore offerta determinate dal Covid, il 2021 segna l’inversione di tendenza. Gli studenti universitari iniziano a rientrare in presenza, così come i lavoratori fuori sede. Anche i flussi turistici crescono, facendo riprendere in parte l’attività di short-rent. A queste componenti si aggiungono coloro che cercano casa in affitto perché non riescono ad accedere al mercato dell’acquisto.

La situazione nelle grandi città

Tra le grandi città, Milano mette a segno uno dei recuperi più significativi (+5,6% per i monolocali, +4,9% per i bilocali, +4,2% per i trilocali). Canoni ancora in aumento per i capoluoghi di provincia (+2,9% per i monolocali, +2,2% per i bilocali e +2,6% per i trilocali), realtà in cui non si è avuta la flessione nel 2020, dal momento che i fenomeni di cui sopra sono stati meno presenti.

I tempi di locazione sono di 46 giorni nelle grandi città e 43 giorni nei capoluoghi di provincia. Le metropoli dove si affitta più velocemente sono Bari e Firenze.

L’analisi socio-demografica delle locazioni evidenzia che, nella seconda parte del 2021, è aumentata la percentuale di chi cerca per motivi di studio (al 13,1% dal 5,7% della seconda parte del 2020), la tipologia più affittata è il bilocale, con il 38,6% ma è in aumento la percentuale di monolocali, passati da 8,4% a 9,5%.

Il contratto a canone libero è stato scelto nel 44,5% dei casi, ma è in crescita quello a canone transitorio, passato da 21,8% a 27,1%. La motivazione di tale salto si deve ricercare nella ripresa delle locazioni per studenti e lavoratori fuori sede. Questo tipo di contratto è stato scelto anche da chi ha dirottato la casa vacanza sul segmento residenziale a causa delle minori presenze turistiche.

Si conferma la maggiore facilità di affitto per le soluzioni di “qualità”, ben arredate, posizionate in zone servite e luminose. Sempre elevata l’attenzione ai costi condominiali, anche alla luce dell’inflazione crescente.


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