Sul fronte degli affitti universitari, viviamo una situazione di emergenza. L’offerta è limitata e gli affitti sono alle stelle. Come uscire da questa situazione? Fiaip (associazione di rappresentanza degli agenti immobiliari) e Solo Affitti (gruppo di consulenza, gestione e tutela della rendita immobiliare) hanno presentato a Montecitorio un pacchetto di proposte.
Partiamo dai dati di fatto. Sono tempi duri per gli studenti fuori sede e per le loro famiglie: i prezzi medi degli affitti nelle principali città sede di ateneo sono in continua salita, nonostante le proteste degli universitari rimaste di fatto inascoltate. Per una stanza singola si arriva a pagare anche 630 euro. Il canone medio, aumentato del 23% in un anno, è di 372 euro. Per una camera doppia l’affitto medio è di 283 euro: in quest'ultimo caso l’aumento, rispetto al 2023, si assesta al 26%.
È aumentata la domanda (del circa 30% in un anno) e lievemente diminuita l’offerta (del 10%), si spende molto di più di quanto si fosse preventivato, ma soprattutto scegliere piccole città universitarie o andare a vivere in zone periferiche dei grandi centri fa risparmiare fino al 40% rispetto alle grandi città universitarie. Questa è la fotografia scattata dal centro studi di SoloAffitti in collaborazione con la FIAIP - Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, presentata alla Camera.
Affitti universitari: ecco le proposte degli operatori del settore
Nel corso della conferenza stampa a Montecitorio, oltre alla presentazione dell’indagine dalla quale è emersa la necessità di rafforzare le infrastrutture per facilitare la mobilità fuori sede e l’opportunità di valorizzare dipartimenti distaccati e atenei universitari ubicati in centri urbani più vivibili e sicuri, in virtù della crescente disponibilità degli studenti in questa direzione, sono state presentate due proposte a livello normativo orientate ad introdurre una fiscalità di vantaggio sia per i proprietari che per gli studenti al fine di favorire l’aumento dell’offerta abitativa e nel contempo rendere più sostenibile il pagamento dell’affitto, più dettagliatamente è stato proposto:
1. l’esenzione dell’IMU a favore dei proprietari che affittano a studenti universitari fuori sede tramite la stipula di contratti di natura transitoria (da 6 a 36 mesi); tramite la leva fiscale si vuole incentivare ad affittare a studenti fuori sede, riferendosi a quei proprietari che, ad oggi, scelgono altre tipologie di locazione o, addirittura, preferiscono lasciare le case vuote (l’ISTAT indica che su 35 mln di abitazioni in Italia ce ne sono 9,5 mln sfitte).
2. l’aumento della detrazione, a favore dello studente-inquilino, dal 19% al 30% sul canone di locazione annuo su di un massimo di 6000 euro e non di 2633 euro (portando il risparmio annuale da 500 a 1800 euro, ovvero un beneficio per lo studente di 150 euro mensili e non di 40), mantenendo gli attuali limiti reddituali e lasciando esteso il beneficio, come già accade oggi, ai genitori ovvero a chi di fatto paga l’affitto e anche nel caso dell’affitto di una sola stanza.