Basta condoni edilizi, riaggiornare le leggi urbanistiche e regionali e incentivare l'investimento privato nella messa in sicurezza del territorio. E' questa la linea sulla quale il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini intende muovere i programmi di azione del suo dicastero.
''Per la messa in sicurezza del territorio bisogna muoversi innanzi tutto sulle regole dell'uso del territorio - ha esordito Clini, nel corso della sua audizione in commissione Ambiente del Senato sulle linee programmatiche del ministero - quindi bisogna modificare, integrare, o meglio aggiornare le leggi urbanistiche e regionali e non solo in termini di limitazione dell'uso del territorio, ma anche escludendo la possibilita' di utilizzare, di varare condoni edilizi''.
Il secondo aspetto da favorire, ha proseguito Clini, ''e' l'incentivazione soprattutto degli investimenti privati per la messa in sicurezza dei territori, sulla scia dello schema del 55% applicato per l'edilizia, che potrebbe essere esteso''.
Clini ha quantificato in 40 miliardi di euro circa la dimensione degli interventi complessivi necessari per la messa in sicurezza del territorio, che indica la necessita' di ''un'importante partecipazione del settore privato. Molto opportuno e' di procedere, invece che con un sistema di contribuzione, con il credito di imposta, che interviene a rendicontazione delle opere''.
Il Ministro ha aggiunto che nessun generico “allentamento”, né “maggiore elasticità” nei vincoli paesaggistici è stato ipotizzato dal ministro Clini nel corso della sua audizione di oggi al senato. A fronte di una proposta di un componente della commissione il ministro ha detto che “va valutata positivamente la richiesta di sottrarre all'autorizzazione paesaggistica interventi di prevenzione del rischio idrogeologico quali l'abbattimento di un brutto edificio o l'innalzamento di argini”.
In pratica laddove gli enti competenti decidessero l’abbattimento di un edificio fatiscente che gravasse sul letto di un corso d’acqua in una zona ad alto rischio di dissesto idrogeologico o ove fossero necessarie opere urgenti di messa in sicurezza del territorio quali rafforzamento degli argini di un fiume si potrebbe valutare l’ipotesi, di buon senso, di esentare dalla autorizzazione paesaggistica interventi che avrebbero la chiara finalità di difendere e rafforzare la tutela del paesaggio, non certo di affievolirla.