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Analisi Vital Signs del World Watch Institute

Energie rinnovabili di
Secondo gli ultimi dati le risorse per l’energia rinnovabile non solo garantiranno un miglioramento della sostenibilità ambientale, ma saranno in grado di creare numerosi nuovi posti di lavoro

La transizione verso le risorse di energia rinnovabile promette di portare significativi passi avanti nel mondo del lavoro, nello stesso momento in cui l’industria del carbone sta perdendo sensibilmente posti di lavoro. Questi dati e previsioni sono inseriti all’interno dell’ultima analisi, riferita al 2006, Vital Signs del World Watch Institute.

Le industrie legate a materie quali carbone e petrolio, infatti, creano e offrono sempre meno posti di lavoro, dal momento che la maggior parte del capitale umano è stata rimpiazzata dalle sempre nuove ed efficienti tecnologie.

Negli ultimi vent’anni, stando sempre ai dati del Vital Signs, si è assistito a un vero e proprio spopolamento delle miniere di carbone in Cina, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Sud Africa, anche a fronte di un’espansione della produzione. Solo negli Usa, l’occupazione nel settore ha subito un crollo del 50%, nonostante l’incremento di un terzo della produzione.

Di fronte a questa situazione le parole di Michael Renner, ricercatore senior del World Watch, suonano come una promessa e una speranza allo stesso tempo. “Le energie rinnovabili sono nella posizione di poter risolvere la nostra crisi energetica e creare milioni di nuovi posti di lavoro in tutto il mondo”.

In questo scenario futuro l’appoggio dei singoli governi sembra essere fondamentale, come insegnano Germania, Spagna e Danimarca, in particolare, Paesi trasformati in leader nello sviluppo delle energie rinnovabili e della sostenibilità ambientale grazie ai rispettivi Governi che hanno garantito un solido supporto al settore.

Per esempio, uno studio del governo tedesco ha appurato che nell’industria delle fonti pulite nel 2006 erano occupate sul suolo tedesco 259mila persone, mentre per il futuro si prevede arrivino a 400-500mila entro il 2020 e 710mila entro il 2030.

Negli Stati Uniti, sempre nell’anno 2006, il settore delle energie rinnovabili vedeva impiegati, direttamente e indirettamente circa 446 mila persone, grazie soprattutto al traino del livello statale.

La Cina è riuscita, in un breve arco di tempo, a entrare come leader nel settore del solare fotovoltaico e delle turbine a vento, senza contare la sua precedente leadership, mantenuta ancora oggi, nello sviluppo di impianti per il riscaldamento dell’acqua attraverso l’energia solare.

Nel complesso, secondo l’analisi del World Watch Institute nel 2006 erano direttamente o indirettamente occupati nel settore 2,3 milioni di persone in tutto il mondo, come tecnici, installatori, ricercatori, consulenti. Di questi, 300 mila nell’eolico, 170 mila nel fotovoltaico, 624mila nel solare termico, 1 milione nei settori delle biomasse e dei biocarburanti, 40 mila nel mini-idroelettrico e 25 mila nel geotermico.

Queste figure professionali, sia grazie all’incremento degli investimenti del settore privato, sia grazie al supporto costante dei vari governi nazionali, nei prossimi anni dovrebbero crescere notevolmente, sia a livello quantitativo sia a livello qualitativo.

Le analisi più ottimistiche prospettano che il numero di lavoratori nel settore eolico dovrebbe raggiungere i 2,1 milioni entro il 2030 e i 2,8 milioni nel 2050. Prospettive simili riguardano anche il mercato del solare fotovoltaico, che, da solo, sarebbe in grado di creare posti di lavoro pari a circa 6,3 milioni entro il 2030.