ANCE e Legambiente condividono la necessita` di riqualificare e rinnovare il patrimonio edilizio individuando provvedimenti immediati ed efficaci anche per la loro possibile funzione anticongiunturale.
A tal fine ritengono opportuno che questa azione debba avvenire nell`ambito di una politica industriale del settore delle costruzioni che migliori la qualita` del prodotto, sostenga la professionalita` e la competenza degli attori del processo, stimoli l`interesse e la sensibilita` dei consumatori verso prodotti di qualita`.
Nei maggiori Paesi industrializzati ed, in particolar modo nei principali Paesi Europei, il percorso piu` efficace individuato e` di legare la riqualificazione del patrimonio immobiliare ad obiettivi di efficienza energetica e di diffusione dell`uso delle fonti rinnovabili. Un obiettivo ribadito dalla nuova direttiva 91/02 in discussione al Parlamento Europeo che ne prevede l`applicazione in tutti gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
L`edilizia sostenibile del resto e` uno dei ``Mercati di punta`` dei prossimi anni su cui scommette la Commissione Europea per sviluppare innovazione, muovere nuove filiere produttive, ridurre il consumo di energie di fonte fossile e di provenienza estera, contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 e conseguentemente, per il nostro Paese, contenere le sanzioni previste dal protocollo di Kyoto e dal pacchetto energia-ambiente 20.20.20.
ANCE e Legambiente ritengono fondamentale che il provvedimento che il Governo si appresta a varare in materia di Edilizia - il cosiddetto ``Piano casa`` - promuova interventi che contribuiscano a rendere piu` moderno, efficiente e di qualita` il patrimonio edilizio italiano.
Per questo suggeriscono che gli aumenti di cubatura previsti siano legati ad obiettivi di risparmio e di riqualificazione energetica anche, dove tecnicamente possibile, attraverso l`uso di energie da fonte rinnovabile.
L`efficienza ed il miglioramento delle prestazioni energetiche del patrimonio esistente e delle demolizioni e ricostruzioni, cosi` come per le nuove costruzioni, deve costituire non solo un obbligo, in assolvimento agli impegni internazionali assunti, ma una scelta politica con cui riqualificare il patrimonio immobiliare e sostenere, anche con adeguati incentivi - volumetrici od economici - l`innovazione del settore.
La semplificazione degli adempimenti in materia edilizia e` un obiettivo non solo da condividere, ma da sottoscrivere. Il difficile rapporto con la Pubblica Amministrazione, spesso non in grado di rispondere nei tempi previsti dalle leggi, e` una delle debolezze non solo del settore delle costruzioni, ma spesso di tutto il Paese.
La soluzione, qualsiasi essa sia (tempi certi alle procedure vigenti, nuove procedure accelerate), deve pero` consentire un percorso che premi la qualita` degli interventi e la professionalita` degli operatori, definendo certezze piu` che deregolazioni generalizzate.
E` importante a questo avviso un confronto con le Regioni, sia per verificare esperienze gia` avviate sul territorio, sia per valutare le modalita` con cui disciplinare la realizzazione degli interventi che non possono semplicemente aggiungere nuovi volumi, ma debbono definire con chiarezza le tipologie di intervento, i caratteri, le aree e le categorie in cui e` permesso od in cui e` escluso.
Non e` nell`interesse di nessuno realizzare manufatti di scarsa qualita`.
E` invece interesse di tutti valorizzare la possibilita` che dalla riqualificazione del patrimonio edilizio possa venire una nuova qualita` del progettare e del costruire che permetta a tutti - architetti, imprenditori, Enti locali - di valorizzare un settore tanto importante per l`economia italiana, ma soprattutto di valorizzare l`identita` del paesaggio e delle citta` italiane.