ANCI, edilizia scolastica: servono più spazi di esclusione dal Patto per Città metropolitane

Edilizia di Marco Zibetti
L’ANCI ha avviato una ricognizione sui fabbisogni effettivi delle Città metropolitane e ne è emerso che l’effettivo fabbisogno di queste Città non potrà essere soddisfatto se non in minima parte


"Riconsiderare ed aumentare gli spazi di esclusione dal Patto di stabilità interno per gli interventi di edilizia scolastica previsti per le Città metropolitane". Lo chiede l’ANCI, in una lettera inviata dal segretario generale Veronica Nicotra ai sottosegretari alla Presidenza del Consiglio e all’Istruzione, Claudio De Vincenti e Davide Faraone, nonchè al coordinatore dell’Unità di missione sull’edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Laura Galimberti.

Dopo aver ricordato che la norma (legge 190/2014) prevede che nel computo del Patto non vengano considerate le spese di Province e Città metropolitane per interventi di edilizia scolastica, fino ad un massimo di 50 milioni nel 2015 e 50 milioni nel 2016, Nicotra fa notare che "l’ANCI ha avviato nei giorni scorsi una ricognizionesui fabbisogni effettivi delle Città metropolitane per l’anno in corso, dalla quale risulta che “l’effettivo fabbisogno di queste Città metropolitane non potrà essere soddisfatto se non in minima parte".

Il Segretario generale dell’ANCI sottolinea inoltre "ancora una volta l’emergenza in cui gli enti si trovano ad operare per interventi fondamentali come quelli per le scuole, concernenti non solo l’ordinaria manutenzione ma molto più spesso opere indifferibili legate alla messa in sicurezza, senza tralasciare le ricadute positive che tali interventi avrebbero sulle economie local".

Da qui la richiesta dell’Associazione: "Risulta pertanto evidente come sia necessario riconsiderare ed aumentare gli spazi di esclusione dal Patto di stabilità interno per gli interventi di edilizia scolastica previsti per le Città metropolitane".



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