Visti i nuovi obiettivi UE al 2030 sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sullo sviluppo delle rinnovabili, ANEST ritiene che il solare termodinamico (CSP) potrà avere in Italia un ruolo primario per il loro raggiungimento. Lo si legge in una nota dell’associazione di tutela del settore.
Nel nostro Paese fino ad oggi si è investito tantissimo su fotovoltaico ed eolico (con generosi incentivi in particolare per i primi Conti Energia), che però sono fonti intermittenti e, come tali, non permettono lo “spegnimento” degli impianti a fonti fossili, necessari per il baseload nella produzione di energia elettrica. Il CSP invece, essendo una tecnologia solare programmabile, potrebbe effettivamente far fare al nostro Paese un salto di qualità nello sviluppo delle rinnovabili nell’ottica del raggiungimento dei nuovi obiettivi europei.
Attualmente, oltre agli impianti dimostrativi di Massa Martana e Priolo, sono operativi piccoli impianti o impianti accoppiati ad altre fonti rinnovabili. Un esempio di quest’ultima tipologia è l’impianto di Rende, in Calabria ,che associa il CSP a un centrale abiomasse.
Nei mesi scorsi - informa la nota - sono state sviluppate iniziative nei confronti delle Regioni coinvolte (Basilicata, Sardegna, Sicilia) per far percepire l’importanza e la ricaduta locale degli investimenti derivanti dalla realizzazione degli impianti, e le risposte sono state positive.
Questo ha portato al fatto che alcuni impianti sono oggi in dirittura di arrivo nel loro iter autorizzativo e vedranno la cantierizzazione nei primi mesi del 2015 e la loro messa in rete entro il 2017. Tali progetti si trovano in Sardegna, 2 impianti da 50 MW, in Sicilia, 7 impianti per una potenza complessiva di 85 MW circa, e in Basilicata, 1 impianto da 50 MW.