Aniem: l’appalto integrato è il male assoluto, da rimuovere

Edilizia di Marco Zibetti
Il presidente Piacentini “Stiamo lavorando da anni per un radicale cambiamento anche di carattere etico, che deve rendere il sistema degli appalti più trasparente ed efficiente”

Nel dibattito che accompagna i giorni che ci separano dalla definitiva approvazione del Correttivo del Codice Appalti, il Presidente dell’Aniem - l’Associazione delle pmi edili di Confimi Industria - interviene per difendere la portata fortemente innovativa del provvedimento, respingendo le richieste di arretramento avanzate da coloro che si oppongono pregiudizialmente al cambiamento.

“Il nuovo Codice ha introdotto cambiamenti strutturali che richiedono, evidentemente, tempi di adeguamento da parte degli operatori: stazioni appaltanti imprese, progettisti. Ma non bisogna accettare strumentalizzazioni e nostalgie, occorre respingere la tentazione di bloccare tutto, di rinviare, di ricorrere a integrazioni e modifiche che cambiano l’assetto del Codice che finalmente ci avvicina ai mercati internazionali. I cambiamenti richiedono coraggio, propensione a guardare avanti, consapevolezza di pagare qualcosa oggi per avere domani un sistema più efficace”, questo il commento di Dino Piacentini, in risposta alla proposta di reintroduzione dell’appalto integrato.

Che prosegue: “negli ultimi anni c’è stato un coro unanime contro le patologie del sistema appalti: massimi ribassi esasperati, scarsa qualità delle opere, selezione degli operatori inadeguata, progettazione sommaria, corruzione diffusa: sembra che taluni l’abbiano dimenticato. Ci sono posizioni facili da assumere oggi, come il piangersi addosso e l’andare appresso al coro di chi ha trovato nel Codice Appalti il facile imputato della crisi, questa è una strategia che non ci appartiene. L’Aniem, sta lavorando da anni per un radicale cambiamento anche di carattere etico, che deve rendere il sistema degli appalti più trasparente ed efficiente, capace di premiare i migliori e non chi cerca facili scorciatoie, di valorizzare chi utilizza lavoro regolare ed è in grado di garantire sicurezza e retribuzione adeguata.”

“Già in passato abbiamo assistito a riforme frenate e neutralizzate attraverso proposte emendative - conclude Dino Piacentini -. C’è chi ha paura della modernizzazione, della responsabilizzazione degli operatori, della competizione fondata sulla meritocrazia, chi tende a mantenere equilibri consolidati negli ultimi 30 anni. Noi di Aniem non abbiamo questa paura ed è per questo che, con forza, diciamo no all’appalto integrato. Non facciamo gli stessi errori del passato”.


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