1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Appalti: cosa non va? La parola agli architetti

Appalti: cosa non va? La parola agli architetti

Professione di
Se n’è parlato nel corso dell’ultima Conferenza degli Ordini degli Architetti. È intervenuto anche il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, Donato Carlea

Il settore degli appalti pubblici è al centro di interventi legislativi e dibattiti, eppure non funziona ancora come dovrebbe. Perché? E quali possono essere le soluzioni? Se n’è parlato nel corso dell’ultima Conferenza degli Ordini degli Architetti.

L’appalto integrato

L’importanza della centralità del progetto, stigmatizzando procedure come l’appalto integrato che consentono l’affidamento dei lavori in mancanza di un progetto esecutivo, è stata ribadita dal Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, Donato Carlea, che ha anche espresso il proprio parere negativo su criteri di affidamento fondati su elementi di valutazione discrezionali, come quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, che non garantiscono di certo la trasparenza negli appalti.

I bandi tipo

Giuseppe Rizzuto, direttore di ITACA, l’Istituto per la trasparenza negli appalti che costituisce il braccio operativo della Conferenza Stato-Regioni, ha annunciato che il Consiglio dell’organismo guidato dalla Presidente Anna Casini, ha già avviato i lavori per proporre alla Conferenza Stato-Regioni, entro il prossimo mese di ottobre, l’adozione dei bandi tipo per i concorsi di progettazione e per gli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria ai liberi professionisti.

“I bandi tipo, già adottati dalla Regione Siciliana ed oggi in fase di adozione da parte di ITACA - ha ricordato Rino La Mendola, Vicepresidente del Consiglio nazionale degli Architetti - puntano ad offrire alle stazioni appaltanti gli strumenti necessari per rilanciare i lavori pubblici, promuovendo i concorsi di progettazione e l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria ai liberi professionisti e segnando così una proficua inversione di tendenza delle recenti politiche di centralizzazione della progettazione presso la pubblica amministrazione, da noi fortemente contestate”.

Lo Sblocca Cantieri

“Abbiamo contestato il decreto Sblocca Cantieri - ha aggiunto La Mendola - in quanto è l’ennesima norma omnibus che modifica testi normativi di settore specifici, come il codice dei contratti ed il Testo Unico sull’edilizia e che, in mancanza di una visione strategica di insieme, rischia di comprometterne l’impostazione globale ed alimentano ulteriore confusione. Lo Sblocca Cantieri si caratterizza negativamente soprattutto per aver rilanciato l’appalto integrato: una procedura che, inseguendo un illusorio processo di semplificazione, relega il progetto ad un ruolo marginale nel processo di esecuzione delle opere pubbliche, alimentando varianti in corso d’opera, contenziosi ed incompiute e rischiando dunque di provocare criticità diametralmente opposte agli obiettivi che il governo intenderebbe raggiungere”.

La Mendola ha ricordato poi come gli architetti italiani abbiano comunque giudicato positivamente alcuni elementi dello Sblocca Cantieri, come l’annunciato ripristino di un regolamento unico di attuazione del codice dei contratti che, recuperando l’ottimo lavoro svolto dall’ANAC, potrà costituire un riferimento certo per gli addetti ai lavori, così come l’introduzione, sebbene temporanea, della facoltà delle stazioni appaltanti di acquisire il finanziamento delle risorse, limitatamente a quelle da utilizzare per la progettazione. Ciò, di fatto, consentirà alle stazioni appaltanti di fornirsi di un parco progetti, indispensabile per fruire nel migliore dei modi dei flussi finanziari europei, anche se però bisognerebbe contestualmente costituire una cabina di regia che consenta di indirizzare le amministrazioni ad investire su progettazioni in linea con la programmazione dei fondi comunitari, al fine di evitare lo spreco di risorse in progettazione di opere difficilmente finanziabili”.

“Lo Sblocca Cantieri - ha concluso La Mendola - seppure contestato nella sua impostazione generale, ha dunque introdotto anche elementi apprezzati dagli architetti, che adesso aspettano una riforma organica del codice dei contratti in grado di confermare gli elementi positivi del testo attualmente in vigore, superandone le tante criticità nell’ambito dei servizi di architettura e ingegneria”.