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Appalti pubblici: ultima chance per un settore in sofferenza

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Appalti pubblici: ultima chance per un settore in sofferenza
A distanza di 5 anni dalla sua entrata in vigore, secondo Confartigianato, il Codice degli appalti pubblici è inattuato. Ma ora si presenta un’altra occasione

Le imprese sono tutt’altro che soddisfatte dell’attuale normativa sugli appalti pubblici. Denunciano il fallimento del Codice e ripongono ora tutte le loro speranze in un “ultimo treno”, da prendere al volo.

Il PNRR è l’ultima chance per rilanciare gli appalti pubblici a misura di Pmi e rimediare alle criticità del Codice dei Contratti pubblici”. Lo ha sottolineato il Presidente di Confartigianato, Marco Granelli, in apertura del webinar ‘PNRR e appalti pubblici: il punto di vista delle MPMI’ organizzato oggi dalla Confederazione, da OReP, Osservatorio sul Recovery Plan promosso dal Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università Tor Vergata di Roma, e da PROMO PA Fondazione.

Il confronto ha messo in luce il ‘fallimento’ del Codice nato nel 2016 e ha consentito di fare il punto sulle aspettative delle piccole imprese.

“A distanza di 5 anni - ha detto Granelli - il codice dei contratti pubblici è inattuato, gli elementi di novità, pure positivi, sono rimasti inattuati, le manutenzioni non sono state fatte, i cantieri non sono stati aperti e l'auspicata qualificazione delle stazioni appaltanti non è mai arrivata. Contemporaneamente, in questi 5 anni, troppe imprese hanno chiuso e troppi lavoratori hanno perso il posto di lavoro. Ora siamo alla svolta, è la nostra ultima occasione, o facciamo sul serio o perdiamo le risorse che arrivano con il PNRR. Noi ci vogliamo credere, anche se le premesse remano contro il nostro ottimismo: sono ancora tutte lì le criticità che la riforma del 2016 ha portato e la continua rincorsa alle modifiche normative, alle deroghe e alle presunte semplificazioni certamente non aiutano noi operatori a trovare la strada per poter contribuire con il nostro lavoro al bene del Paese”.

Una bocciatura altrettanto netta è arrivata anche dal Professor Gustavo Piga, Ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, il quale ha denunciato il grave ritardo italiano rispetto agli altri Paesi europei e agli Usa nel considerare gli appalti pubblici una leva di sviluppo per le piccole imprese. Il Professor Piga è arrivato a definire ‘un vero disastro’ quanto fatto dall’Italia: “Negli appalti pubblici - ha detto - alberga la nostra indifferenza alle piccole imprese”. Non ha risparmiato i contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza definendoli “confusionari e contraddittori” nell’approccio alle Pmi. Ed ha concluso il suo intervento con questa considerazione: “Chi non pensa ai piccoli imprenditori non pensa mai in grande”.

L’occasione del Decreto Semplificazioni

La prova d’appello e le aspettative di Confartigianato ora sono riposte nel Decreto Semplificazioni. Bruno Panieri, Direttore Politiche economiche della Confederazione, ne ha evidenziato gli aspetti positivi. Tra questi la ‘tregua normativa’ e la modifica strutturata dell’attuale codice, la rivitalizzazione della Cabina di Regia per coinvolgere tutte le parti interessate ad un sistema di regole semplice, rigoroso, effettivo e condiviso, la centralità della competenza delle Stazioni Appaltanti. Negative, invece, la scelta del ritorno all’appalto integrato e la riduzione delle stazioni appaltanti in chiave di concentrazione degli appalti. Panieri ha ribadito le richieste di modifica di Confartigianato: abrogazione dell’obbligo di applicazione del contratto del contraente principale e applicazione da parte del subappaltatore del contratto collettivo di settore di riferimento; attenuazione delle norme sulle pari opportunità, generazionali e di genere (eliminazione dell’obbligo della relazione di genere per le imprese che occupano un numero inferiore a 15 dipendenti; semplificazione per le micro e piccole imprese; abolizione del regime sanzionatorio; abolizione dell’obbligo per la Stazione Appaltante di motivare il mancato inserimento delle clausole); rafforzamento della suddivisione degli appalti in lotti; ripristino del divieto di appalto integrato; obbligo di inserire clausole di revisione del prezzo.