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Architetti: eliminare emendamento sul condono dal Decreto Milleproroghe

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Il CNAPPC ritiene che l’abuso edilizio debba continuare ad essere considerato tale. Il condono, inoltre, viene considerato una strada già percorsa che in passato ha dato prova di essere assolutamente inefficace


L’ ipotesi di riaprire i termini del condono, prevista nel Decreto Milleproroghe, è assolutamente inaccettabile. Il condono è una resa inammissibile dello Stato in quanto viene di fatto legittimato ciò che per sua natura intimamente giuridica non lo è stato e non lo potrà mai essere.

L’abuso edilizio, se è tale, tale deve continuare ad essere considerato; non esiste alcuna ragione di interesse pubblico superiore nel voler ripercorrere strade che in passato hanno già dato prova di essere assolutamente inefficaci, anzi dannose. Un eventuale ulteriore condono sarebbe inoltre ingiustificato anche dal punto di vista costituzionale ledendo pesantemente i valori previsti dall’art. 9 della Costituzione”. E’ quanto sostiene il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

Secondo gli architetti italiani “di fronte ad una politica che negli ultimi anni, nonostante le numerose sollecitazioni, non ha saputo dare risposte legislative concrete in ambito urbanistico, architettonico, idrogeologico, l’ipotesi del condono appare evidentemente come una inaccettabile beffa nei confronti della parte sana del Paese e della stragrande maggioranza dei cittadini rispettosi di regole e leggi”.

Il Consiglio Nazionale Architetti rivolge un forte appello ai firmatari dell’emendamento affinché facciano prevalere il senso civico di adesione sostanziale al dettato costituzionale, ritirando un testo che - secondo il CNAPPC - non solo non sarebbe comprensibile, ma darebbe un ulteriore segno di profonda inadeguatezza delle nostre massime istituzioni nei confronti del bene pubblico.