"Il nostro Paese ha urgente bisogno di essere messo in sicurezza, tenuto conto della situazione di rischio sismico e idrogeologico che riguarda gran parte delle nostre Regioni; per quanto riguarda l'ambiente e l'habitat, ha bisogno di comunità che ritrovino il senso del vivere nelle città e, di conseguenza, ha bisogno anche di una architettura di qualità.
Occorre che le forze più attente e più mature del corpo sociale, professionale ed economico del Paese, acquisiscano la consapevolezza che il nostro territorio va tutelato, sviluppando la manutenzione, il risparmio energetico e la riqualificazione urbana degli edifici, garantendo ambienti urbani più vivibili, più verdi, più sicuri, incentivando la ricerca e l'innovazione tecnologica".
Lo ha sottolineato Leopoldo Freyrie, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori nel corso di un incontro promosso nell'ambito del "Mese dell'Architettura" organizzato dall'Ordine degli Architetti di Terni.
"Occorre attuare una svolta - ha continuato - non solo di politica economica ma, principalmente culturale, che porti a ridurre gli investimenti nelle grandi infrastrutture e che, invece, destini, maggiori risorse alle città: investire nelle città - spina dorsale del nostro Paese dove si concentra l'80% del Pil - rappresenta oggi l'unica possibilità di garantire il diritto dei cittadini ad avere un habitat migliore e quello di mettere in atto politiche per tornare a crescere".
Ri.u.so, il Programma di rigenerazione urbana sostenibile che gli architetti italiani hanno lanciato insieme a Legambiente e Ance e che è divenuto parte del Piano Città del Governo, costituisce proprio un nuovo approccio per affrontare la situazione di tutta l'edificazione del nostro Paese - quella costruita dal dopoguerra agli anni '80 - che si trova in una situazione di allarmante dissesto.
"Primi destinatari del Programma - ha sottolineato ancora il Presidente degli architetti italiani - sono i cittadini che devono essere, innanzitutto, sensibilizzati sulle reale condizioni degli edifici in cui vivono e che devono finalmente avere a disposizione abitazioni sicure. Per quanto riguarda noi architetti, questa non è più l'epoca dell'architettura magniloquente, questo è il tempo di realizzare progetti partecipati che riguardino le case, le scuole, le fabbriche, gli spazi pubblici, ossia la vita della comunità".
Per il cambiamento di rotta che auspichiamo può essere utile trarre ispirazione anche da significative esperienze estere: gli Ecoquartieri, ad esempio, realtà in espansione in molti Paesi europei, hanno dimostrato che è possibile realizzare la sostenibilità ambientale, economica e sociale partendo dal basso, dai reali bisogni dei cittadini: l'abitazione e l'edificio quali elementi portanti di un complesso urbano che ha come obiettivo quello di costruire un sistema sociale.
E' chiaro che per realizzare realtà di questo tipo - ed è questa la vera grande sfida - è necessario e fondamentale il "coinvolgimento partecipativo" di tutti gli attori coinvolti nel processo: cittadini, imprenditori, amministratori pubblici, costruttori, architetti, istituzioni".