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Architetti: la macchina burocratica non vanifichi #ItaliaSicura

Sicurezza e Sistemi di Protezione di
Cappochin: “Va evitata la concentrazione di ruoli, funzioni, privilegi e sovrapposizioni spesso inutili, molti dei quali dovrebbero, essere esternalizzati alle eccellenze presenti nella società civile”

La burocrazia non faccia fallire gli interventi per la ricostruzione e per la messa in sicurezza del territorio nazionale che sono previsti nel Piano Casa Italia. Gli architetti italiani hanno già espresso il loro apprezzamento sulle finalità del Piano che per la prima volta punta ad una visione della città del futuro ipotizzando una strategia di ampio periodo con un nuovo modello di rigenerazione che pone l'uomo al suo centro: ora ci aspettiamo che  nelle fasi di realizzazione queste positive finalità non siano disperse a causa dell'infernale macchina burocratica che, troppo spesso, paralizza il nostro Paese, soffocando iniziative in grado, come in questo caso, di proporre una visione di un futuro contesto urbano all'altezza delle sfide poste dalla globalizzazione". Così Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori intervenendo alla Giornata che #Italia Sicura dedica a “Prevenzione civile, dalle emergenze a Casa Italia”.

“Va evitata la concentrazione di ruoli, funzioni, privilegi e sovrapposizioni spesso inutili, molti dei quali potrebbero, anzi dovrebbero, essere esternalizzati alle eccellenze presenti nella società civile, in particolare nell'ambito delle professioni intellettuali che devono essere valorizzate al massimo. La progettazione degli strumenti urbanistici anziché essere affidata ad uffici speciali per la ricostruzione deve essere il risultato di concorsi internazionali, unica modalità per garantire qualità e buone architetture. Tutto ciò può essere ottenuto in tempi straordinariamente ridotti facendo ricorso a procedure telematiche che garantiscono trasparenza ed assoluta terzietà di giudizio”.

“Il dramma del terremoto con le ferite inferte alle comunità e con la polverizzazione di una parte cospicua del nostro patrimonio culturale ci pone di fronte ad una sfida che non possiamo permetterci di perdere”.