Architetti: negli appalti usare la leva della buona architettura contro mafie e corruttele

Lavori pubblici di Marco Zibetti
Il presidente Leopoldo Freyrie: “Il senatore Zanda va al cuore del problema quando afferma che dobbiamo ridare al progetto la centralità che deve avere”


La vera sfida del nuovo Codice degli Appalti deve essere quella di usare la leva della buona architettura contro mafie e corruttele. E’ il principio dell’unità del progetto nelle fasi preliminari, definitive ed esecutive che deve essere recuperato per definire, accanto alla garanzia del diritto d’autore, la responsabilità di chi progetta. Il senatore Zanda va al cuore del problema quando afferma che dobbiamo ridare al progetto la centralità che deve avere. Se non lo facciamo non possiamo poi lamentarci della necessità di varianti in corso d'opera. Un buon progetto non può avere sorprese”. Lo ha dichiarato Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

Se con il nuovo Codice finalmente, il Governo e il Parlamento decideranno che nelle gare si vince sulla base di criteri di qualità del progetto, non solo avremo buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo, ma avremo anche inferto un colpo molto serio alle mafie, che sugli appalti pubblici hanno costruito le fondamenta della loro economia. Avremmo anche finalmente la possibilità di assicurare ai cittadini italiani buone opere utili e belle”.



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