Qual è il tetto massimo di spesa che può essere incentivato dal Bonus Ristrutturazioni? Per chi è pratico del settore la risposta può sembrare banale, ma bisogna sempre fare i conti con casi specifici e particolari. Vediamone uno. Un contribuente ha posto all’Agenzia delle Entrate il seguente quesito.
“Ho eseguito lavori di ristrutturazione iniziati nel 2022 e terminati nel 2023 con Cila al Comune di inizio e fine lavori, utilizzando 96.000 euro ripartiti tra i due anni. Nel 2023 ho effettuato altri lavori di manutenzione straordinaria per l’importo di 12.000 euro. Posso usufruire della detrazione del 50% anche per questi interventi, trattandosi di lavoro autonomo rispetto alla Cila con la quale ho raggiunto 96.000 euro in due anni?”.
La risposta di Paolo Calderone su FiscoOggi
La risposta è affermativa, a condizione che i nuovi interventi possano essere considerati “autonomamente detraibili”.
L’Agenzia delle Entrate ha precisato nei suoi documenti di prassi (tra questi, la circolare 17/2015, risposta 3.2) che quando gli interventi realizzati in ciascun anno sono una prosecuzione di lavori iniziati negli anni precedenti sulla stessa unità immobiliare, per determinare il limite massimo delle spese ammesse in detrazione bisogna tener conto anche delle spese sostenute negli anni passati. Tale regola non si applica agli interventi “autonomi”, cioè a quelli che non consistono nella mera prosecuzione degli interventi già realizzati.
Per essere considerati autonomamente detraibili, rispetto a quelli eseguiti in anni precedenti sulla stessa unità immobiliare, i nuovi interventi devono essere anche autonomamente certificati dalla documentazione richiesta dalla normativa edilizia in vigore (per esempio, la denuncia di inizio attività) o, se si tratta di lavori per i quali non va richiesto alcun titolo abilitativo, da un’autocertificazione.