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Caldaie a gas: pezzi da museo? Parlano gli ambientalisti

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Caldaie a gas: pezzi da museo? Parlano gli ambientalisti
Un nuovo studio realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto Club elabora lo scenario a ridotto consumo al 2030 e mette le caldaie a gas nel mirino

Per ridurre le emissioni climalteranti e raggiungere gli obiettivi fissati dall’Europa, l’Italia deve cambiare passo sul fronte del riscaldamento domestico. Legambiente e Kyoto Club indicano la via, puntando il dito soprattutto sulle caldaie a gas. Scopriamo le loro proposte.

Il nuovo studio sulla decarbonizzazione del riscaldamento domestico realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto Club elabora lo scenario a ridotto consumo di gas al 2030 “Gas reduction 2030”, che evidenzia gli interventi necessari per accelerare la decarbonizzazione del riscaldamento domestico, aiutando l’ambiente, ma anche le famiglie.

Per il 2030 il Modello “Gas reduction 2030” stima in Italia una riduzione di appena 6,1 miliardi di smc di gas fossile per il riscaldamento domestico rispetto ai consumi 2020 (pari al 37%), prendendo in considerazioni i tre principali strumenti: l’efficientamento che contribuisce ad una riduzione di 3,7 miliardi smc di energia primaria impiegata (72% di incidenza); l’installazione delle pompe di calore elettriche, al posto di caldaie a gas, con le quali è possibile raggiungere una riduzione di 1,6 miliardi smc (18% di incidenza) ed il solare termico la cui riduzione è di 0,8 miliardi di smc (10% di incidenza).

Un risultato che, per Legambiente e Kyoto Club rappresenta sì un primo timido passo, ma del tutto insoddisfacente per il raggiungimento al 2035 dell’uscita dal gas. Per centrare l’obiettivo 2035, per Legambiente e Kyoto Club è importante da un lato che l’Italia riveda al rialzo gli obiettivi minimi di risparmio fissati dalla direttiva europea EED (entrata in vigore a settembre 2023) per raggiungere almeno il 2% di riduzione annuo dei consumi nel 2024-2025 (+ 0,7% rispetto al limite europeo pari a 1,3%), il 3% nel 2026-2027 (il doppio di quanto stabilito dalla direttiva EED, pari ad 1,5%) ed il 4,5% nel 2028-2030 (+ 2,6 rispetto di quanto stabilito dalla direttiva EED, pari a 1,9%). Dall’altro lato, è fondamentale che il Paese metta in campo, al tempo stesso una serie di interventi strutturali, non più rimandabili che Legambiente e Kyoto Club, sintetizzano nelle proposte che presentano oggi insieme al Rapporto Elemens, chiedendo al Governo Meloni di riformare il sistema incentivante eliminando, a partire dal 2024, i sussidi alle tecnologie a fonti fossili, migliorando gli strumenti di monitoraggio, modificando l’attuale sistema di detrazioni introducendo un sistema premiante proporzionale ai risultati ottenuti e la reintroduzione della cessione del credito per tutti gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche; vietando, a partire dal 2025, l’installazione di tecnologie che impiegano fonti fossili e introducendo un Fondo dedicato alle famiglie a medio e basso reddito per la copertura dei costi non coperti dal sistema incentivante.

Le due associazioni ricordano che secondo gli ultimi studi disponibili, al 2020, su un consumo complessivo di gas naturale pari a 69 miliardi di smc, 15 miliardi di smc sono stati impiegati per il riscaldamento domestico (circa il 22% del totale). Il settore residenziale è secondo solamente a quello dei trasporti in termini di consumi finali di energia.

Il Rapporto Elemens e le proposte sono stati presentati oggi ad Ancona, in occasione dell’ultima tappa della campagna “Caldaie a gas? Pezzi da museo!”, nell’ambito del convegno “Efficientamento energetico - Ottimizzare l’energia per un futuro sostenibile”, che è stato anticipato dalla mostra itinerante #museodellecaldaie. Nel corso della giornata sono state anche raccontate alcune buone pratiche di decarbonizzazione degli edifici che arrivano dall’estero.

La parola a Legambiente e Kyoto Club

“Gli obiettivi minimi indicati dalla direttiva EED e quelli che saranno approvati dalla direttiva Energy Performance Buildings (EPBD), ancora in discussione, che fissa per gli edifici residenziali il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033, sono solo un primo passo verso l’obiettivo più ampio della decarbonizzazione, ma non bastano - dichiara Katiuscia Eroe, responsabile Energia Legambiente - L’obiettivo a cui guardare è l’elettrificazione dei consumi termici del settore residenziale e il raggiungimento della totale decarbonizzazione del settore energetico elettrico entro il 2035. Per questo è fondamentale arrivare al 2030 riducendo i consumi del gas fossile e climalterante almeno del 50%. Elemento che rappresenta da sempre e ancora di più in questi ultimi anni, una fortissima criticità per famiglie e aziende. Non possiamo permetterci di puntare al minimo, l’Italia ha tutto l’interesse, economico, sociale, e ambientale, a trovare la strada per avere obiettivi sfidanti e lungimiranti, che permettano al nostro Paese di avere un ruolo leader e di spinta, al pari degli altri paesi europei, non solo per rigenerare il patrimonio edilizio, ma anche per far crescere l’economia, portare innovazione e raggiungere un livello di sicurezza energetica che permetta al Paese di affrancarsi da qualsiasi dipendenza estera per l’utilizzo di gas”.

“Sulla strada della decarbonizzazione, indispensabile per affrontare la crisi climatica, dobbiamo considerare un must imboccare con decisione quella dell’efficienza nell’edilizia - dichiara Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club -, ma elettrificare riscaldamento e raffrescamento delle nostre case insieme agli interventi di efficientamento profondo degli edifici possono anche essere il modo di promuovere le aziende più innovative del nostro sistema industriale. Continuare a incentivare il gas, invece, oltre ad essere un controsenso climatico, rischia di farci perdere una grande occasione di modernizzazione e di competitività nella globalizzazione”.