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Caro bollette: le imprese edili non ci stanno

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Caro bollette: le imprese edili non ci stanno
L’Ance è intervenuta in Parlamento sul tema del caro bollette e più in generale sui rincari delle materie prime. Vediamo cos’hanno chiesto le imprese

Le imprese edili rappresentate dall’Ance sono preoccupate dal caro bollette e dall’aumento dei prezzi dei materiali da costruzione. Una situazione a cui è necessario porre un freno.

Vediamo cos’hanno chiesto le imprese in audizione formale presso la Commissione Industria del Senato, nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del DL 130/2021 recante misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale  (DDL 2401/S), che, in particolare, destina 1.200 milioni di euro a parziale compensazione degli oneri generali di sistema per tutte le utenze elettriche, di cui 700 milioni specificamente destinati al sostegno delle misure di incentivazione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.

La delegazione associativa ha evidenziato che il forte aumento del costo delle materie prime e dei costi dei materiali da costruzione è al centro delle preoccupazioni del settore delle costruzioni. L’aumento dei prezzi, insieme alla mancanza dei materiali e alla mancanza di manodopera, mette infatti a rischio la ripresa del settore e dell’economia italiana e rischia di minare in particolare la nostra possibilità di usare tempestivamente i fondi del PNRR.

Il tema riguarda sia il mercato pubblico sia il mercato privato. Per il mercato privato, nessuna soluzione efficace è stata trovata finora. Sul tema, la proposta dell’Ance riguarda sia la revisione prezzi (consentire alle parti di procedere alla rinegoziazione del contratto anche nel caso in cui vi siano clausole difformi) sia gli eventuali ritardi nei lavori.

Il nodo dei lavori pubblici

Per i lavori pubblici, finora, è stata prevista solo una norma per il primo semestre 2021, con uno stanziamento per il fondo nazionale di 100 milioni di euro. Si tratta di un intervento positivo, ma ancora parziale. E’ atteso il decreto attuativo che dovrebbe fare riferimento ad un elenco di costi che escludono però l’energia elettrica e il gas, che hanno subito fortissimi aumenti e hanno un peso importante nei costi dei cantieri. Inoltre, occorre assicurare che le rilevazioni degli aumenti siano in linea con la realtà dei cantieri, cosa che in passato non è sempre avvenuta. E’ necessario intervenire anche con riferimento al secondo semestre (perché il livello dei prezzi è sempre altissimo), nonché con riferimento ai prezziari sulla base dei quali vengono bandite le gare attuali, che vanno adeguatamente aggiornati; da ultimo, occorre reintrodurre nel nuovo Codice un efficace meccanismo di revisione prezzi che operi a regime.

L’intervento effettuato col decreto legge dovrebbe in conclusione essere più ampio.