Il caro bollette spaventa le famiglie italiane, soprattutto in vista della stagione invernale con l’accensione degli impianti di riscaldamento. Ma, concretamente, qual è l’impatto sulle casse delle famiglie? Vediamolo insieme, grazie a un’analisi realizzata da Confartigianato.
Va detto innanzitutto che ad agosto l’inflazione è arrivata al 9,1% sia in Eurozona che in Italia; supera il 20% nelle tre repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) e si colloca sopra il 10% in altri dodici paesi dell’Eurozona. La crescita dei prezzi è spinta dall’energia: l’inflazione energetica in Italia è al 45,4%, 6,9 punti superiore al 38,6% dell’Eurozona.
Nel dettaglio, i prezzi di elettricità, gas e altri combustibili in Italia salgono del 76,4%, ben 24,5 punti in più rispetto al 51,9% dell’Eurozona. Crescita a tre cifre nei Paesi bassi con +151,4% ed Estonia con 145,1%; seguono il maggiore dinamismo in Lituania, dove si registra un aumento del 95,6%, Lettonia con 86,2% e Italia con 76,4%, un dinamismo del costo delle bollette ampiamente al di sopra di quello di Spagna con 54,3%, Germania con 46,0% e Francia con 23,0%.
Sul totale della voce in esame, la spesa in energia elettrica pesa per 48,2%, il gas 46,2% e gli altri combustibili (gasolio per riscaldamento e combustibili solidi, come carbone e pellet) il restante 5,6%.
Come sta andando a livello locale?
A livello regionale, la crescita più elevata dei prezzi di energia elettrica, gas e altri combustibili si registra in Trentino-Alto Adige, con il 115,7%, seguito da Umbria con 86,5%, Abruzzo con 85,1%, Toscana con 83,7%, Marche con 80,8% e Molise con 80,6%. Dinamica elevate, ma relativamente più contenute in Liguria con 63,8%, Campania con 68,0%, Calabria con 68,3% e Piemonte con 68,6%.
In chiave provinciale i tassi di crescita più alti dei prezzi che definiscono le bollette di elettricità e gas si riscontrano nella Provincia Autonoma di Bolzano con 117,5% e nella Provincia Autonoma di Trento con 116,7%; seguono con tassi superiori all’80% Perugia con 86,8%, Teramo con 86,6%, Terni con 85,7%, Massa-Carrara con 84,6%, Lucca con 84,5%, Grosseto con 84,0%, Livorno con 83,9%, Pescara e Pistoia entrambe con 83,9%, Firenze con 83,8%, Arezzo con 83,5%, Bologna con 83,5%, Pisa con 83,2%, Siena con 83,1%, Catania con 82,7%, Campobasso con 82,2%, Ascoli Piceno e Macerata entrambe con 81,0%, Modena con 80,9% e Ancona con 80,7%. All’opposto dinamiche relativamente più contenute a Cagliari con 66,4%, Sassari con 64,7%, Imperia e La Spezia entrambe con 64,5% e Genova con 63,4%.