Ormai da mesi siamo alle prese con il caro energia, un problema la cui soluzione non sembra dietro l’angolo. Ma, nel concreto, quanto inciderà sulle tasche delle famiglie italiane nell’anno alle porte?
Per prima cosa è bene capire le cause del fenomeno: la rapida ripresa dei consumi dopo la pandemia, le rigide condizioni metereologiche dell’inverno 2020-2021 e, soprattutto, la forte dipendenza dell’Italia dal gas anche per la produzione di elettricità sono circostanze che hanno fatto decollare, insieme alla bolletta del gas naturale, anche quella della luce.
La dinamica è stata senza precedenti: basti pensare che i prezzi all’ingrosso del gas sull’indice italiano del PSV sono passati da una media di circa 20 centesimi di euro al metro cubo di inizio 2021 a 250 centesimi di agosto 2022. Per l’elettricità l’andamento non è stato migliore: se il PUN (il prezzo di riferimento dell’energia elettrica sulla borsa elettrica italiana) segnava circa 60 euro/MWh a inizio 2021, ad agosto di quest’anno il prezzo medio è schizzato a 543 euro/MWh.
Nel mese di ottobre, tuttavia, abbiamo assistito a un crollo dei prezzi. Le cause sono molteplici: gli Stati europei hanno riempito i propri stoccaggi di gas quasi al massimo delle loro capacità, creando così una riserva che dà sicurezza al mercato. Inoltre, l’Europa ha in parte sostituito il gas russo attingendo anche da altri produttori. Infine, l’autunno mite di quest’anno ha fatto sì che ci fosse meno richiesta di gas per il riscaldamento. A conferma di ciò a novembre il prezzo medio del PUN non ha superato i 225 euro/MWh, mentre quello del gas è passato a 90 centesimi. Non bisogna però pensare che l’emergenza sia finita: le stime per il futuro, per quanto incerte, sono tutt’altro che rosee, poiché un aumento dei prezzi è previsto già dal mese di dicembre.
Le stime sul caro energia per il 2023
Infatti, secondo le stime formulate da EnergyUp, società nata dalla collaborazione tra VeryFastPeople e Illumia, specializzata nella fornitura di energia elettrica e di gas alle utenze condominiali, la bolletta di un condominio tipo che consuma 15.000 metri cubi di gas l’anno, nell’anno termico 2022-2023 (dal 1° ottobre al 30 settembre) potrebbe aumentare dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2021/2022 e addirittura del 176% rispetto all’anno termico precedente. In termini assoluti, si passerebbe dai 10.000 euro di due anni fa ai 27.600 euro attuali. Sempre per un’utenza condominiale tipo, con consumi elettrici di 2.500 kWh l’anno e 3 kW di potenza impegnata, la bolletta della luce potrebbe aumentare del 6% rispetto all’anno termico 2021/2022 e del 60% nel confronto con due anni fa.
"Per gli amministratori di condominio questo è un momento estremamente delicato", osserva Francesco Paini, Cofondatore di VeryFastPeople, società che si occupa di consulenza personalizzata per gli amministratori condominiali e che si pone come unico interlocutore specializzato nella gestione di molteplici servizi. "Devono fronteggiare le imposizioni normative per il risparmio nazionale di gas e, contemporaneamente, rispondere alle esigenze delle famiglie in termini di comfort domestico e di costi delle bollette, convincendoli che il risparmio energetico e l’efficienza sono l’arma più importante che abbiamo a disposizione anche per la sostenibilità ambientale".
La crisi ha costretto, infatti, a individuare strumenti per il risparmio e comportamenti sostenibili che saranno fondamentali anche in futuro, quando i costi energetici saranno tornati a livelli accettabili, perché un uso più intelligente dell’energia continuerà a portare risparmio nell’utilizzo delle risorse, tutelando l’ambiente e contribuendo alla lotta al climate change.
L’abbassamento di un grado al termostato, da 20 °C a 19 °C, e la riduzione di un’ora di riscaldamento al giorno (misure imposte dal Governo per quest’inverno) sono un sacrificio che, però, abitua ad utilizzare con maggior consapevolezza le caldaie, consentendo all’Italia un potenziale risparmio di 2,7 miliardi di metri cubi di gas.