Nel momento in cui si compra una casa prefabbricata da assemblare, a quanto ammonta l’Iva per l’acquisto dei pezzi? È la domanda a cui risponde l’Agenzia delle Entrate. Approfondiamo la questione, partendo dal caso specifico.
Una società che aderisce al regime Iva One Stop Shop ha prodotto e venduto a un cliente privato italiano una casa prefabbricata da installare in Italia e chiede dei chiarimenti sulle aliquote Iva da applicare all’operazione, sui requisiti e la registrazione delle fatture con l’aliquota ridotta e sulle eventuali sanzioni per errata applicazione delle aliquote agevolate.
L’Agenzia ricorda in via preliminare il regime opzionale One Stop Shop (Oss), che consente a un soggetto passivo di versare l’Iva relativa alle cessioni di beni o prestazioni di servizi effettuate verso privati in un unico Stato membro, quello in cui in cui si è identificato. Si tratta in pratica di una misura che semplifica il versamento dell’Iva dovuta sulle forniture transfrontaliere di beni e servizi.
Sulle cessioni delle case di legno prefabbricate, l’Agenzia ricorda la risoluzione ministeriale 503351/1974, che prevede l’aliquota 22% quando il cliente acquista i pezzi della casa e li fa montare dall’impresa stessa che li produce, l’aliquota ridotta (4% o 10%) quando il committente affida la costruzione di una casa a un’impresa da realizzare con dei componenti fabbricati dall’impresa stessa.
Casa prefabbrica e Iva: la risposta del Fisco
Nel caso in esame, rileva l’Agenzia, si configura la prima ipotesi, avendo fra l’altro la società istante fornito sul proprio sito internet numerosi dettagli sulla consegna, sul montaggio e sulle moderne tecnologie utilizzate per assemblare i vari pezzi.
In conclusione, il cliente non sta comprando una casa con tutte le agevolazioni che si rendono applicabili, ma in pratica le pareti che andranno poi montate. L’oggetto della transazione, quindi, non è la vendita di un immobile, ma la vendita di pezzi prodotti da una fabbrica ai quali deve essere applicata l’aliquota Iva del 22%.