La Direttiva Europea sulle Case Green, che prevede un innalzamento della classe energetica di tutte le abitazioni, è stata approvata dal Consiglio UE. L’Italia, così come l’Ungheria, ha votato “no”. Una posizione condivisa dalla Fiaip, la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali. Vediamo perché.
Il testo finale della Direttiva Case Green
Il testo finale lascia margine agli Stati Membri per delineare una traiettoria di rinnovamento. L’elemento più importante è che sono state completamente rimosse dal testo le “classi energetiche minime da raggiungere” per gli edifici entro tempi stringenti (nella versione iniziale era previsto che tutti gli immobili avrebbero dovuto raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e D entro il 2033), perciò, nessun obbligo per le famiglie italiane di efficientare le proprie case a stretto giro.
È previsto, invece, l’impegno a ridurre del 16% i consumi energetici entro il 2030, del 20-22% entro il 2035 con almeno il 55% del risparmio energetico che dovrà arrivare dalla ristrutturazione del 43% degli edifici con le peggiori prestazioni (circa 5 milioni di immobili in Italia), per giungere al 2050 ad emissioni zero. Obiettivi che potranno essere raggiunti dai singoli Stati Membri tramite piani nazionali individuali di ristrutturazione edilizia, con indicatori di progressi misurabili. Finalità che si scontrano con la situazione del patrimonio immobiliare Italiano costituito per il 60% da immobili nelle due ultime classi energetiche (F e G) e per l’80% nelle ultime tre classi energetiche (F, G, E).
Il commento del presidente della Fiaip
“Il Governo Italiano, votando contro la direttiva, ha dato un segnale forte all’Ecofin, un atteggiamento da noi sostenuto e condiviso considerate le peculiarità del nostro patrimonio immobiliare - dichiara Gian Battista Baccarini, Presidente Nazionale Fiaip - la direttiva va cambiata, e su questo confidiamo nell’imminente rinnovo del Parlamento UE, perché gli obiettivi, ad oggi previsti, non sono raggiungibili con potenziali ripercussioni per il mercato e per le famiglie”.
“Se vogliamo realmente agevolare il virtuoso percorso di transizione ecologica immobiliare nel nostro Paese - conclude Baccarini - è necessario che l’Europa metta a disposizioni ingenti risorse, ad oggi non stanziate, unitamente ad una riforma dei bonus fiscali edilizi incentrata su di un riordino degli stessi, rendendoli strutturali oltre alla previsione di strumenti finanziari mirati affinché i cittadini siano incentivati, non obbligati, a riqualificare la propria casa, partendo dal presupposto che tutti desideriamo vivere in case più sicure, moderne e meno energivore”.