La Direttiva Case Green ha fissato obiettivi estremamente ambiziosi, difficili da raggiungere, soprattutto alla luce delle peculiarità del patrimonio immobiliare del nostro Paese. Come possiamo farcela? Le imprese artigiane indicano la strada da seguire.
Il Presidente di Confartigianato, Marco Granelli, sottolinea: “L’Italia ha dimostrato, con il sistema degli eco bonus, una buona capacità di intervento per la messa in efficienza degli edifici. Partiamo da una condizione certamente più avanzata rispetto ad altri Stati europei, ma l’ambizione della nuova direttiva sulla efficienza energetica pone certamente delle sfide impegnative, che possono essere affrontate soltanto attraverso un'adeguata politica nazionale ed europea tesa a valorizzare il nostro patrimonio di edilizia residenziale. Gli investimenti green sulle case hanno un ritorno positivo non soltanto in termini di risparmio energetico, ma anche per quanto concerne il valore economico degli immobili e le condizioni di miglior comfort nelle abitazioni”.
Alcuni dati forniscono un quadro del perimetro dell’intervento. In Europa il 40% dei consumi finali di energia e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra è rappresentato dagli edifici. La transizione green degli edifici richiederà investimenti privati e adeguate politiche pubbliche di accompagnamento, a fronte di un patrimonio abitativo che per i tre quarti (72%) è costruito prima del 1980. Sul fronte dell’efficienza energetica, a marzo 2024, in Italia, il 30,7% degli immobili residenziali sono collocati nella classe energetica meno efficiente (classe G) e il 23,4% nella adiacente classe F: più della metà (54,1%) delle abitazioni residenziali sono in condizioni di grave inefficienza energetica. Di conseguenza, su uno stock di 35,3 milioni di abitazioni, ben 19,1 milioni sono in condizioni di bassa efficienza energetica. Si tratta di un intervento molto esteso, considerando che gli straordinari investimenti del Superbonus hanno consentito interventi su 122mila condomini e 359 mila edifici unifamiliari o indipendenti.
Dal Superbonus al Climabonus
“Gli obiettivi di riduzione dei consumi del 16% al 2023 e il target di emissioni zero al 2050 - aggiunge Granelli - appaiono molto ambiziosi. Per raggiungerli le regole fiscali europee dovrebbero tenere conto degli interventi degli Stati per favorire l’efficienza energetica degli edifici, altrimenti un ciclo di politica fiscale restrittiva potrebbe compromettere il raggiungimento degli obiettivi europei in chiave green. Ma ancor di più appare necessario un intervento europeo sullo schema di NextGenerationEU. In sostanza, un sistema di incentivi stabili nel tempo è necessario per dare certezza alle famiglie e alle imprese. Dobbiamo passare dall’era disordinata del Superbonus a quella ordinata del ‘Climabonus’.
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