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Che anno è stato il 2018 per i lavori pubblici di progettazione?

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L’Osservatorio Nazionale sui Servizi di Architettura e Ingegneria (ONSAI) del Consiglio Nazionale degli Architetti ha analizzato i bandi dell’anno appena concluso

Che anno è stato il 2018 per i lavori pubblici di progettazione? Troviamo le risposte nei dati dell’Osservatorio Nazionale sui Servizi di Architettura e Ingegneria (ONSAI) del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

I dati relativi ai 380 bandi analizzati nel corso del 2018 dalla rete degli Ordini degli Architetti italiani rivelano un netto miglioramento rispetto alle criticità rilevate nel 2017. “Ciò - sottolinea il Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti e coordinatore dell’Osservatorio, Rino La Mendola - è da attribuire soprattutto alle novità introdotte al testo originario del Codice (D.Lgs.50/2016) dal cosiddetto 'decreto correttivo' (D.Lgs.56/2017) in recepimento alle proposte dello stesso Consiglio Nazionale e della Rete delle Professioni Tecniche”.

Ad esempio, il mancato calcolo dei corrispettivi da porre a base di gara, in adempimento al 'decreto parametri', segna un -21% rispetto ai dati raccolti lo scorso anno, anche se la percentuale dei calcoli errati è ancora molto alta (38%); a seguire, la mancata motivazione per avere utilizzato il requisito del fatturato segna un -28%; mentre il mancato rispetto del divieto di far versare la cauzione provvisoria ai professionisti che partecipano ad una gara di progettazione non fa registrare neanche un caso rispetto al 9% dello scorso anno. Gli unici aumenti percentuali riguardano la mancata motivazione per il ricorso al criterio del minor prezzo (+6%) e l’errata richiesta dei servizi di punta (+1%). Per tutti i rimanenti 23 punti della check-list dell’Osservatorio, si registra invece una notevole riduzione percentuale delle criticità rilevate.

I dati rilevati dall’ONSAI per il 2018, evidenziano inoltre un diffuso ricorso alle procedure negoziate, che raggiungono una percentuale pari al 51%, ed alle procedure aperte, che raggiungono il 41%; mentre le procedure ristrette raggiungono il 5% e gli affidamenti diretti solo il 3%.

L’anno 2018 si chiude comunque registrando ulteriori segni positivi in Sicilia, dove la Regione, con decreto n°30 Gab dello scorso 5 dicembre, a firma dell’Assessore alle Infrastrutture On. Marco Falcone, ha dotato le stazioni appaltanti che operano in Sicilia dei bandi tipo per i concorsi di progettazione e per affidare servizi di architettura e ingegneria a liberi professionisti, puntando sulla centralità del progetto, sullo snellimento e la trasparenza delle procedure, sulla riduzione dei requisiti e sull’apertura del mercato.

“Il nostro auspicio è che nel prossimo anno - sottolinea ancora La Mendola - anche altre regioni si dotino di bandi che fissino regole certe per affidare servizi di architettura e ingegneria a liberi professionisti, promuovendo la libera concorrenza e l’apertura del mercato”.  

A fronte dei dati globalmente incoraggianti rilevati dall’Osservatorio, nella legge di bilancio viene invece prevista la costituzione di una struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici che rischia di statalizzare la progettazione, sottraendola al libero mercato e privandola delle garanzie di qualità, assicurate dalla concorrenza e dallo stesso mercato; tutto ciò alimentando peraltro ulteriore confusione tra controllori e controllati.

Il Consiglio Nazionale e la Conferenza degli Ordini degli Architetti, al fine di garantire la qualità delle prestazioni professionali e la trasparenza nel processo di esecuzione delle opere pubbliche, non escludendo altre forme di protesta, hanno già fatto sentire la voce dei 160mila Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori italiani, per dire NO alle politiche di centralizzazione della progettazione presso la pubblica amministrazione e per chiedere con forza l’adozione di politiche diametralmente opposte. Politiche che puntino sul concorso di progettazione a due gradi quale strumento ideale per selezionare i progettisti, attraverso il confronto dei migliori progetti e non attraverso il confronto dei fatturati, e che siano votate a distinguere e valorizzare i ruoli svolti sia dai pubblici dipendenti che dai liberi professionisti, riservando ai primi il controllo del processo di esecuzione delle opere pubbliche, dalla programmazione al collaudo, ed ai secondi la progettazione e la direzione dei lavori. Ciò nella consapevolezza che le norme che, sino ad adesso, hanno provato ad invertire i ruoli, affidando la progettazione interna alle stazioni appaltanti ed attribuendo, contestualmente, ai liberi professionisti, competenze in materia di verifica dei progetti, hanno puntualmente fallito, alimentando varianti in corso d’opera, contenziosi ed incompiute.