S'è aperta ieri a Cancun, in Messico, la 16esima Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP16): un appuntamento che da fino al 10 dicembre vedra' impegnati oltre 20mila delegati governativi e poi attivisti, organizzazioni ambientaliste, comitati indigeni e ong di tutto il mondo nel tentativo di concordare una nuova agenda politica globale contro il riscaldamento del pianeta.
I fondi per il contrasto e l'adattamento ai cambiamenti climatici, soprattutto per i Paesi piu' poveri, i trasferimenti tecnologici e la protezione delle foreste sono tra i dossier piu' intricati del vertice che, a un anno dall'insuccesso della COP15 a Copenhagen, cerca una nuova strada politica multilaterale per riparare alla grave empasse che si e' generata nel dicembre scorso.
Patricia Espinosa, Ministro agli Affari esteri del Messico e presidente di turno del vertice, ha auspicato che ''attraverso i piccoli passi avanti compiuti dai negoziati in questi mesi riguardo a questi temi considerati minori, ci si possa avvicinare a Cancun ad un risultato piu' ambizioso rispetto alla cornice generale''.
Nel 2012, infatti, scadra' l'accordo-quadro di Kyoto per il taglio delle emissioni climalteranti. Un testo che fissa obiettivi obbligatori per tutti i Paesi sviluppati, mai sottoscritto da alcuni attori chiave come gli Stati Uniti e al quale i Paesi emergenti erano impegnati solo su base volontaria, in virtu' del loro sviluppo industriale ritardato e della maggiore fragilita' economica.
Le aspettative di raggiungere un nuovo accordo-quadro piu' ambizioso ormai si concentrano nella COP Rio+10 che si terra' proprio nel 2012 nella citta' brasiliana, e questo perche' l'Accordo di Copenhagen prodotto nella COP15, debole e sottoscritto solo da un pugno di Paesi, ha di fatto indebolito il percorso del Post-Kyoto con un pacchetto di impegni volontari, cui un blocco di Paesi dell'America Latina come Bolivia e Area Alba, insieme alle piccole isole e ai Paesi meno sviluppati, sperano che proprio a Cancun possano essere superati in una direzione piu' vincolante.
Altro obiettivo che si vorrebbe raggiungere e' quello dell'introduzione di linee guida di monitoraggio mutuo tra i Paesi membri dei tagli delle emissioni.
La prevista grande presenza della societa' civile, in particolare latinoamericana, che abbraccera' con due controvertici i lavori della COP 16, ha spinto il Governo messicano a mobilitare ben 6mila agenti di polizia e 700 unita' marine a difesa del Moon Hotel di Playa del Carmen, dove si terra' il vertice, mentre altre 300 pattuglieranno le vicine localita' balneari come Tulum.