Codice Appalti: com’è andato il primo anno di applicazione?

di Marco Zibetti
Confartigianato è intervenuta alla prima riunione del tavolo di consultazione sul Codice Appalti, presieduto dal Ministro Salvini. Ecco cos’è emerso

Il nuovo Codice Appalti è in vigore da ormai un anno. Dopo questo periodo di rodaggio, qual è il giudizio sul provvedimento? Vediamo insieme cosa ne pensano le imprese artigiane, rappresentate da Confartigianato.
L’associazione s’è espressa in occasione della prima riunione del tavolo di consultazione, presieduto dal Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha visto la partecipazione di oltre ottanta interlocutori istituzionali e stakeholder qualificati per fare il punto della situazione. Confartigianato ha espresso giudizio positivo su questo anno di applicazione del nuovo Codice e illustrato al Ministro gli aspetti di possibile miglioramento.
Secondo Confartigianato, la revisione normativa non ha portato al blocco degli appalti e finalmente è stata avviata la qualificazione delle stazioni appaltanti. Positivo anche lo sforzo verso la digitalizzazione delle procedure di gara che, tuttavia, necessita ancora di una forma di accompagnamento finalizzata a garantire la piena inclusione delle micro e piccole imprese, asse portante dell’economia.

Codice Appalti: dove è necessario un intervento?

L’occasione della consultazione online, annunciata dal Ministro, sarà poi preziosa per evidenziare, ancora una volta, la necessità di un intervento chiarificatore sulla corretta applicazione dell’articolo 11, che disciplina il “Principio di applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore”. In via interpretativa, infatti, il Ministero potrebbe sciogliere le criticità emerse in questo anno, chiarendo alle stazioni appaltanti che l’interpretazione più adeguata a cui far riferimento per completare il processo di piena introduzione dell’art. 11 del codice e delle altre norme del medesimo codice, relative alla contrattazione collettiva e al criterio delle medesime tutele, sia quella già definita dalle parti sociali (CGIL, CISL, UIL e organizzazioni datoriali), dall’INL e dal CNEL e, successivamente, confluita nella Nota illustrativa ANAC - Bando Tipo n. 1/2023, pag. 11, dove vi è stata la corretta combinazione tra più istanze, tutte legittime, ma spesso, anche in ragione del nostro complesso sistema sindacale, in contrapposizione tra loro.
Inoltre, Confartigianato contribuirà per rappresentare al legislatore le disposizioni che hanno bisogno di chiarimenti, o i disallineamenti normativi che possono generare incertezze, così come parti della norma che andrebbero riviste.


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