Codice Appalti: cosa chiedono le società di progettazione?

di Marco Zibetti
Nonostante l’apprezzamento per il lavoro del Ministero, l’OICE ha depositato oltre 20 richieste di modifica per migliorare il Correttivo al Codice Appalti

Cosa pensano le società di progettazione del Correttivo al Codice Appalti? A dar loro voce è stata l’OICE, ascoltata in audizione davanti alla Commissione VIII Ambiente della Camera. Leggiamo i punti salienti dell’intervento del presidente, Giorgio Lupoi.
“Abbiamo depositato oltre 20 richieste di modifica per migliorare un testo sul quale abbiamo dato atto al Ministero di avere svolto un importante lavoro, soprattutto sul tema dell’equo compenso, ma che necessita di importanti modifiche che da tempo chiediamo. Mi riferisco in particolare all’urgenza di rendere nuovamente applicabile agli appalti di servizi di ingegneria e architettura l’istituto dell’anticipazione del prezzo, immotivatamente escluso dal 2023 dopo che dal 2019 è stato previsto anche per servizi e forniture. Per noi è poi fondamentale recepire negli allegati al Codice le regole specifiche per gli affidamenti di servizi di ingegneria già dettate dalla disciplina previgente e dettagliate dalle linee guida Anac n. 1-2016, che ancora oggi inspiegabilmente sono le uniche linee guida non trasfuse negli allegati al Codice. Sono poi necessari chiarimenti sulla revisione prezzi, da applicare anche a tutti i contratti per prestazioni professionali. Connesso a questo tema vi è inoltre quello del riequilibrio dei rapporti tra P.A. e affidatario di servizi tecnici, da realizzare con regole eque sulle modalità di pagamento e con il rapido varo di un contratto-tipo”.

Codice Appalti: gli altri temi su cui intervenire

Per l’OICE è necessario poi intervenire anche su altri temi: “Abbiamo evidenziato alla Commissione la necessità di creare più mercato nell’ambito della verifica dei progetti, superando i limiti (che peraltro non hanno riscontro nella normativa UE) della suddivisione del mercato sopra e sotto i 20 milioni: occorre aumentare a 50/100 milioni la soglia oltre la quale l’affidamento dell’attività di verifica è consentito anche a professionisti, studi e società e non soltanto ad organismi di controllo accreditati ai sensi della norma europea UNI CEI EN ISO/IEC 17020. Va rivista anche la disciplina sul calcolo dei compensi per servizi di ingegneria e architettura, in particolare riequilibrando le prestazioni rientranti nei diversi livelli progettuali e attribuendo un peso inferiore al PFTE e un peso maggiore al progetto esecutivo. Abbiamo poi suggerito di legare gli incentivi per funzioni tecniche alle fasi di gestione dei processi, riconoscendo incentivi maggiori al RUP e al suo staff che riescano a far rispettare i tempi e i costi dell’intervento”.
Nel documento OICE depositato agli atti della Commissione, figurano fra le altre anche richieste di modifica sulla soglia per gli affidamenti diretti (da riportare a 75.000 euro) e sull’appalto integrato, da riportare a casistiche in cui realmente l’apporto dell’impresa è necessario. L’Associazione chiede inoltre che siano eliminate le eccezioni al divieto di gratuità delle prestazioni professionali, che siano ripristinati i limiti al subappalto di progettazione favorendo però l’esternalizzazione per le consulenze specialistiche e infine che sia previsto il modello per la certificazione dei servizi svolti.


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