Il nuovo Codice Appalti sta facendo molto discutere. Vediamo cosa ne pensa il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che ha espresso la sua posizione tramite la voce del suo presidente, Francesco Miceli.
La valorizzazione del concorso di progettazione quale procedura fondamentale per garantire l’ottenimento di progetti di alta qualità, facendo proprie le necessità funzionali, sociali e formali di ogni opera pubblica e garantendone l’armonico inserimento nell'ambiente e nei territori, è stata al centro dell’audizione tenuta da Miceli davanti alla Commissione Ambiente della Camera.
“Il concorso offre anche ai giovani professionisti - ha detto - la possibilità di partecipare ad una selezione meritocratica sui progetti e l’affidamento dell’incarico al vincitore”.
Miceli ha sottolineato che “gli emendamenti proposti al Codice dei contratti pubblici mirano alla semplificazione e allo snellimento della procedura attraverso la riorganizzazione dell’art. 46 sui Concorsi di progettazione e all’adozione del Concorso, non solo per le opere incluse nei Settori Ordinari, ma anche per quelle incluse nei Settori Speciali”.
Le altre criticità del Nuovo Codice Appalti
“Il testo del Codice, inoltre, rivela delle problematiche - ha detto ancora - per quanto attiene al ricorso al sub appalto nella progettazione, l’introduzione dei requisiti tecnici ed economici a monte delle procedure di selezione del contraente, che impedisce la partecipazione dei giovani professionisti, la mancanza di riferimenti alle modalità di calcolo dei corrispettivi relativi alla progettazione (Decreto Parametri ed equo compenso), la conservazione, seppur in forma diversa, della possibilità di accettare prestazioni gratuite”.
“In buona sostanza un significativo passo indietro rispetto a quanto contenuto nel dlgs 50/2016; l’introduzione dell’appalto integrato in maniera estensiva - ha concluso Miceli - costituisce una chiara sottovalutazione della centralità e delle qualità del progetto”.
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