Negli ultimi giorni sono state davvero molte le organizzazioni che si sono espresse, in modo non sempre tenero, sul nuovo Codice Appalti. Oggi vi proponiamo la voce delle imprese artigiane, rappresentate da Confartigianato e CNA.
Nel corso di un’audizione alla Camera, le due realtà hanno fatto sapere di considerare condivisibili i principi del nuovo Codice, ma sono necessarie alcune correzioni al decreto legislativo all’esame del Parlamento per garantire un'effettiva e concreta apertura del mercato degli appalti pubblici alle micro e piccole imprese. È necessario un sistema di regole chiare, stabili nel tempo e di facile applicazione.
Quali sono i correttivi necessari?
In dettaglio le due organizzazioni hanno rilevato l’esigenza di intervenire su alcuni meccanismi e disposizioni del nuovo codice al fine di favorire la partecipazione delle piccole imprese: suddivisione in lotti, regole sul subappalto e consorzi di imprese artigiane. E’ necessario introdurre vincoli nei confronti delle stazioni appaltanti per assicurare la suddivisione degli appalti in lotti funzionali e prestazionali e valorizzare la prossimità delle imprese.
Confartigianato e CNA, inoltre, ritengono opportuno reintrodurre limiti al ricorso al subappalto, almeno nell’ambito del sotto-soglia, con particolare riferimento agli appalti di minor valore, poiché obbligano l’impresa appaltatrice ad avere al proprio interno le risorse necessarie. Le due organizzazioni hanno quindi evidenziato la necessità di modificare la norma sui consorzi. In particolare i consorzi di imprese artigiane non possono essere assimilati ai consorzi stabili.
Apprezzabile la proposta di revisione e semplificazione del sistema di qualificazione degli operatori economici, ma contrarietà all’estensione dell’attestazione SOA anche ai settori forniture e servizi.
In termini generali Confartigianato e CNA riconoscono lo sforzo di razionalizzazione e semplificazione della normativa, ma in Commissione hanno indicato che forse sarebbe necessario, prima dell’entrata in vigore del testo, un momento di confronto con le Stazioni appaltanti e gli operatori del mercato, mancato del tutto nella fase di redazione.
Inoltre, le novità, anche formali, contenute nel Codice avranno bisogno di un tempo congruo per essere assimilate da tutti gli attori interessati. Sia per gli operatori economici e, ancor di più, per il personale delle Stazioni Appaltanti, sarà necessario prevedere un periodo in cui formare adeguatamente il personale e contenere gli effetti dello shock normativo che potrebbe derivare da una repentina entrata in vigore della nuova disciplina.
“Crediamo infine che, tenuto conto della necessità di non rallentare l’attuazione degli investimenti del PNRR, sarebbe auspicabile che le disposizioni del nuovo codice entrassero in vigore non prima di fine 2023”.