Codice Appalti: quali sono gli aggiustamenti necessari?

Edilizia di Marco Zibetti
Secondo la RPT, l’approvazione del Codice Appalti rappresenta un passo nella giusta direzione, ma ci sono ancora criticità da superare. Vediamo come

La riforma del Codice Appalti continua a far discutere. Oggi vi proponiamo il parere della Rete delle Professioni Tecniche, che condivide gli obiettivi del provvedimento, ma suggerisce alcuni aggiustamenti.

Secondo la RPT, l’approvazione del Codice rappresenta un passo nella giusta direzione, quella di semplificare e ridurre il carico burocratico che da sempre grava su professionisti ed imprese che lavorano con la pubblica amministrazione e che si traduce in un elevato costo per la collettività e tempi lunghi. Bene che il testo adottato dal Governo presenti già gli allegati che ne completano il quadro normativo, che l’applicazione sia differita in modo da rendere possibile il completamento delle procedure in corso e la maggiore conoscenza delle novità introdotte, e che si acceleri il processo di digitalizzazione delle procedure.

“Registriamo favorevolmente l’accoglimento, da parte del Governo, di alcune richieste avanzate dai professionisti dell’area tecnica nelle fasi di interlocuzione con il Ministero e nelle audizioni parlamentari che si sono svolte - questa la valutazione della Rete delle Professioni Tecniche -. Sono importanti, in particolare, Il riferimento all'equo compenso, che a breve sarà legge, che risolverebbe il tema della prestazione gratuita, così come l’eliminazione del progetto esecutivo in sede di gara per l'appalto integrato e la liberalizzazione degli appalti sotto soglia, e l’introduzione dei requisiti di compatibilità geologica e geomorfologica dell’opera”.

Utili, poi, sono la previsione di parametri obbligatori per l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura e la determinazione del compenso per il Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica, così come la riduzione a due dei livelli di progettazione, e la necessità di qualificare, come avviene per i professionisti, le stazioni appaltanti sul piano dell'organizzazione da possedere soprattutto per eventuali attività di progettazione.

Le criticità da risolvere

Rimangono alcune criticità, “ma ci aspettiamo che ora altri passi avanti vengano fatti, in particolare chiarendo bene le esigenze tecniche tese a giustificare il ricorso all’appalto integrato, ampliando i casi per il concorso di progettazione in due fasi, consentendo sempre ai professionisti di intervenire nella progettazione e direzione dei lavori, utilizzando al meglio i tecnici della pubblica amministrazione nelle attività di programmazione e controllo (e comunque necessariamente iscritti all’Albo professionale) e chiarendo che le prestazioni professionali e intellettuali, come è sempre stato, non sono subappaltabili”.

Aggiustamenti limitati, ma importanti, che vanno nella direzione di una maggior tutela della pubblica amministrazione.

 

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