Codice Appalti: ‘Se si torna indietro si rischia il suicidio’

Edilizia di Marco Zibetti
Secondo l’Oice non bisogna riscrivere il Codice ex novo ma semmai intervenire con un decreto-legge su tre-quattro modifiche come sembra nelle intenzioni del Governo

L’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e di architettura aderente a Confindustria, prende posizione sulle dichiarazioni del Presidente ANAC, Raffaele Cantone, che intervenendo ad un convegno nella sede UGL ha affermato: "Tornare all'appalto integrato credo sia suicida, rappresentava un sistema nel quale di fatto si davano tutte le chiavi all'impresa, mentre la responsabilità deve rimanere alla stazione appaltante" e “non bisogna riscrivere il Codice degli appalti ex novo, ma semmai intervenire con un decreto-legge su tre-quattro modifiche come sembra nelle intenzioni del Governo”.

È Gabriele Scicolone, presidente dell’OICE a condividere la posizione del presidente ANAC: “Lo abbiamo detto all’ottava commissione del Senato, dove eravamo in audizione: non bisogna ricominciare daccapo per evitare un blocco degli appalti, ma agire con interventi mirati su alcune criticità. Condividiamo in toto anche quanto affermato dal presidente Cantone sull’appalto integrato, strumento che, come ha dimostrato l’esperienza, non ha evitato contenziosi e riserve, non ha accelerato un bel nulla e che, se ripristinato, avrebbe solo l’effetto di mettere i progettisti in una posizione subordinata rispetto alle imprese”.

Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’applicazione del Codice appalti tenutasi in Senato presso la Commissione presieduta dal senatore Coltorti, il presidente Scicolone ha, in particolare, sottolineato l’importanza di tenere conto del rischio che una riforma profonda del codice possa impattare negativamente sulla ripresa del mercato dell’ingegneria e dell’architettura e si è poi soffermato su alcuni capisaldi del codice che occorre siano preservati in futuro, a partire dalla separazione fra progettazione e costruzione e centralità del progetto esecutivo, con un netto no al ritorno dell’appalto integrato. Altri punti fermi che OICE auspica non siano toccati sono: la riduzione delle stazioni appaltanti e la loro qualificazione; la piena e rapida attuazione della disciplina dei commissari di gara esterni; la massima trasparenza dell’azione amministrativa; la scelta del progettista con l’OEPV; l’inapplicabilità alla fase progettuale dell’incentivo del 2% per i tecnici della P.A.; la stima dei corrispettivi a base di gara con il c.d. decreto parametri; il divieto di gratuità della prestazione per garantire il decoro del progettista.

Il direttore generale, Andrea Mascolini, ha invece illustrato i punti sui quali occorre intervenire a partire, fra gli altri, dal ripristino del regolamento di attuazione, allo snellimento delle procedure approvative, alla certezza dei tempi di svolgimento delle gare, al rafforzamento dell’ANAC per la vigilanza collaborativa, per il precontenzioso e per i contratti-tipo, alla disciplina degli accordi quadro, al tema dei ribassi eccessivi, all’eliminazione della terna dei subappaltatori, alla promozione del PMC, alla qualificazione dei dipendenti della P.A., ai massimali per le polizze r.c. professionali, all’eliminazione dell’avvalimento nell’ambito dei consorzi stabili.


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