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Codice Contratti: il parere delle società di progettazione

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Codice Contratti: il parere delle società di progettazione
Il presidente dell’OICE, Giorgio Lupoi, parla del Codice dei Contratti, della circolare del MIT e di ciò che ancora resta da modificare nel provvedimento

Il nuovo codice dei Contratti è entrato in vigore da qualche mese, ma ci sono ancora aspetti da chiarire e norme che, secondo gli operatori del settore, vanno modificate. Leggiamo il parere dell’OICE, che rappresenta le società di progettazione (ingegneria e architettura).

Secondo l’associazione, è positiva l’apertura alla concorrenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sugli affidamenti sotto soglia, ma il Codice va comunque corretto, anche per i requisiti troppo restrittivi. Per Giorgio Lupoi, Presidente dell’Associazione, “la circolare del ministero, prendendo atto anche della posizione europea sulla quarta rata del Pnrr e confermando le perplessità dell’Anac, sancisce un principio generale secondo il quale l’apertura al mercato e alla concorrenza è cosa buona e giusta, oltre che coerente con i principi dello stesso d.lgs. 36. E’ corretto che le stazioni appaltanti siano libere di utilizzare procedure concorrenziali, aperte o ristrette; d’altro canto sono mesi che vediamo diverse stazioni appaltanti pubblicare avvisi e manifestazioni di interesse non soltanto per affidamenti fra 140.000 e 225.000 euro, ma anche al di sotto dei 140.000 euro. Tutto ciò dimostra che il dettato dell’articolo 50 del decreto 36 - da alcuni ritenuto imperativo - viene nei fatti disatteso. La stessa cosa accade con le richieste dei requisiti eccessivamente restrittivi per l’accesso alle gare di ingegneria e architettura: pur in presenza di un vincolo a chiederli su tre anni: un’amministrazione su due li chiede su 5 o 10 anni, anche in questo caso applicando i principi pro concorrenziali europei. Confermiamo che per noi più concorrenza uguale più qualità”.

Il problema per Lupoi, semmai, è un altro: “Quanto affermato dal Ministero è corretto, ma sarebbe meglio provvedere con una modifica di legge che replicasse la clausola presente nel precedente codice, autorizzando espressamente ad utilizzare le procedure ordinarie. Sarebbe l’occasione per sanare anche la clamorosa cancellazione delle norme di dettaglio per gli affidamenti di servizi di ingegneria, realizzata con il mancato inserimento delle linee guida Anac 1/2016 negli allegati al codice. Ribadiamo quindi con forza la necessità di sanare questa anomalia al più presto con un intervento correttivo sul decreto 36”.

L’OICE anticipa i numeri del settore

L’Associazione coglie l’occasione anche per dare conto della consistenza, nel settore dei servizi tecnici, del numero e del valore di queste procedure nel mese di novembre, anticipando i dati dell’Osservatorio OICE: si tratta di 581 procedure, che rappresentano l’89,9% del totale, per un importo pari a 32,6 milioni, il 20% del totale. Da notare che nella fascia sotto i 225.000 euro, gli affidamenti diretti di cui si ha notizia dagli open data Anac sono il 95% del totale del “sotto soglia” e l’83,6% dei 32,6 milioni totali.

 

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