Codice dei Contratti: cosa chiedono i liberi professionisti?

di Marco Zibetti
Confprofessioni è intervenuta nell’ambito dell’incontro organizzato dal Ministero con l’obiettivo di migliorare il nuovo Codice dei Contratti Pubblici

Il Codice dei Contratti Pubblici, così com’è, non va bene. Ci sono ancora aspetti da migliorare. Proprio in quest’ottica s’è svolto un incontro tra il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e le parti sociali. Leggiamo qual è stato il contributo di Confprofessioni.
A un anno esatto dall’emanazione del Codice, secondo il ministro, non si sono registrati blocchi o ritardi nella gestione delle opere pubbliche e dei contratti di servizi. Il nuovo Codice ha mostrato efficienza e l’intenzione del Governo è quella di apportare nel breve i correttivi necessari per migliorare alcuni punti, anche sulla base delle osservazioni portate dagli stakeholder.

Gli aspetti da migliorare secondo Confprofessioni

“Tra i primi aspetti critici da migliorare ci sono le disposizioni che riservano ai dipendenti della pubblica amministrazione lo svolgimento di attività ad alto contenuto professionale nell’economia di un appalto quali la direzione lavori e il collaudo oltre alla massiccia applicazione dell’appalto integrato - ha commentato Mauro Iacumin, componente della Giunta nazionale di Confprofessioni -. Tale impostazione sottrae ai liberi professionisti attività e spazi di mercato rilevanti, a discapito del principio di libertà di accesso e concorrenza sancito dal nuovo Codice, oberando le amministrazioni di ulteriori compiti per i quali spesso non hanno la capacità funzionale e le risorse sufficienti”.
Il capo ufficio legislativo, Elena Griglio, ha annunciato che il ministero delle Infrastrutture sta predisponendo una piattaforma per raccogliere le osservazioni degli stakeholder e nei prossimi giorni verrà recapitata una richiesta di compilazione di un apposito form ove indicare le disposizione del decreto poco chiare o che hanno creato difficoltà interpretative, eventuali presenze di disallineamenti all’interno del codice o in relazione ad altre parti della legislazione e proposte di modifica costruttive su tematiche trattate dal codice che le associazioni ritengono necessarie di modifica.


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