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Come migliorare le detrazioni fiscali? Ecco la proposta

Edilizia di
Unicmi ha inviato una richiesta di incontro all’On. Massimo Bitonci, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, allo scopo di discuterne

Le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per la riqualificazione energetica sono vitali per il settore edile. Ma c’è un’annosa problematica che dal 2010 danneggia le PMI italiane interessate dall’agevolazione.

Si tratta della ritenuta d’acconto a carico degli operatori economici in presenza di lavori che beneficeranno del bonus. Per questo Unicmi (Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell'Involucro e dei serramenti) ha inviato una richiesta di incontro all’On. Massimo Bitonci, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Nella lettera è evidenziato come il DL 78 del 31 maggio 2010 fu il primo riferimento normativo a introdurre la ritenuta sui bonifici bancari per le spese che accedono ai bonus edilizi per la ristrutturazione e il risparmio energetico, poi modificato con l’introduzione della ritenuta d’acconto del 4% e successivamente nuovamente modificato dalla legge di Stabilità 2015, (190/2014, articolo 1, commi, 47, 48 e 657) che ha portato la ritenuta d’acconto a carico degli operatori all’8%. Tale provvedimento, che obbliga gli operatori (fra i quali migliaia di costruttori di serramenti) a versare una ritenuta d’acconto dell’8%, fu giustificato dal Legislatore con la necessità di introdurre un controllo preventivo per scongiurare eventuali truffe all’Erario da parte di contribuenti infedeli. Dal 1° gennaio 2019, però, è scattato l’obbligo di fatturazione elettronica, un provvedimento che elimina qualsiasi possibile effetto fraudolento da parte dei contribuenti in materia di detrazioni fiscali. Ci sarebbe dovuta essere una contestuale eliminazione dell’obbligo di versamento della ritenuta d’acconto. Ciò non è purtroppo avvenuto. Allo stato attuale, dunque, il mantenimento della ritenuta d’acconto non rappresenterebbe più alcun deterrente anti-frode.

Unicmi ha anche posto all’attenzione del Sottosegretario Bitonci la grave disparità presente sul mercato determinata dalla ritenuta d’acconto:solo gli operatori italiani, infatti, sono tenuti al versamento della ritenuta, mentre gli operatori stranieri (non in possesso di personalità giuridica e fiscale in Italia, né di una banca italiana di appoggio) che operano sul nostro mercato possono eludere questo obbligo. Ciò rappresenta una vera e propria distorsione nel mercato, in atto, fra l’altro, in un momento di gravissima crisi del settore, crisi in parte mitigata dai “bonus per l’edilizia”, che rappresentano una quota media di oltre il 40% del fatturato dei costruttori italiani di serramenti. Sarebbe doverosa l’equiparazione dei doveri fiscali di tutti i soggetti, indipendentemente dalla loro nazionalità e dalla presenza di una banca italiana di appoggio, oppure all’esclusione dell’accesso alle detrazioni di quei prodotti commercializzati da soggetti che eludono i doveri fiscali a carico delle imprese italiane.

Sulla questione della ritenuta d’acconto per le detrazioni e sullo split payment (il meccanismo per il quale per la cessione di beni e servizi nei confronti della PA, l'IVA deve essere versata direttamente allo Stato anziché alle imprese erogatrici di servizi o fornitrici di beni, ingenerando un incremento importante del credito IVA a carico delle imprese, prevalentemente con aliquota del 22%, il cui rimborso è talvolta problematico e comunque tale, nel tempo, da configurare un grave squilibrio finanziario) si è espressa anche FINCO, in una comunicazione alla 1^ e all’8^ Commissione del Senato della Repubblica.