L’acqua alta è croce e delizia di Venezia. Purtroppo sono frequenti le “invasioni” nella Basilica di San Marco e rappresentano un problema. Ma da oggi c’è una soluzione.
Il Provveditorato alle Opere Pubbliche del Triveneto ha realizzato un sistema per diminuire drasticamente le invasioni mareali nell’atrio della chiesa.
In cosa consiste il sistema?
I lavori del progetto, che si basa su un’idea concepita dalla Procuratoria di S.Marco, sono terminati e la prima prova è avvenuta, con esito positivo, il 13 aprile. Il sistema, che è stato realizzato grazie ai fondi per la Salvaguardia di Venezia, ha previsto il restauro degli antichi condotti, al fine di evitare dispersioni indesiderate e la possibilità di interruzione della connessione idraulica con il Bacino per mezzo di alcune valvole e pompe.
La Basilica di S. Marco si trova nella zona altimetricamente più bassa della città di Venezia che, negli ultimi decenni, è stata oggetto di aggressioni sempre maggiori da parte della marea, in particolare con l’invasione del pavimento dell’atrio (nartece) e della parte immediatamente prospiciente la Piazza, che avviene oltre 200 volte all’anno. Ciò significa che le murature perimetrali lato Piazza S. Marco, in questi ultimi 50 anni, sono praticamente sempre state con le basi a contatto dell’acqua salata e la salsedine è risalita per osmosi nei mattoni. L’acqua salata entrava anche nel nartece della Basilica, bagnandone il pavimento in marmo mosaicato del XII secolo e intaccando colonne e marmi. Ciò era dovuto all’esistenza di un sistema di tubazioni collegate ai condotti esterni per lo scolo dell’acqua piovana, che a loro volta sfociano in bacino. A motivo della bassa quota altimetrica della pavimentazione, l’acqua era libera di risalire lungo i condotti di scarico, allagando il nartece e l’area circostante la Basilica.
Sulla base di questa positiva esperienza e seguendo lo stesso principio, il Provveditorato alle Opere Pubbliche ha avviato la revisione del progetto di impermeabilizzazione dell’intera Piazza S. Marco, fermo dal 1998, con la prospettiva di un sensibile contenimento dei costi e l’attivazione di un cantiere compatibile con le esigenze turistiche e funzionali della piazza. Il progetto di difesa della Piazza intende mantenerla asciutta sino a una quota di 110 cm sopra il livello del mare, oltre la quale è previsto l’intervento del Mose.