Le città italiane hanno un fascino unico, ma anche numerosi problemi da risolvere. Tra questi c’è quello dell’accessibilità per le persone che hanno una mobilità limitata.
“Città accessibili a tutti”, il programma di lavoro che l’Istituto Nazionale di Urbanistica ha avviato tre anni fa, coinvolgendo diversi altri enti e associazioni, ha pensato a loro ed è giunto ad un primo snodo strategico: nel corso di uno dei seminari paralleli della Rassegna Urbanistica Nazionale “Mosaico Italia: raccontare il futuro” a Riva del Garda è stato presentato il documento “Linee guida - politiche integrate per città accessibili a tutti”, che scaturisce da un percorso fatto di 25 iniziative pubbliche in tutto il territorio nazionale, che hanno coinvolto 900 partecipanti e raccolto oltre 120 'buone pratiche', esperienze per il miglioramento dell’accessibilità dei nostri centri urbani. Un percorso e un patrimonio che diventeranno, è il prossimo passo, un Atlante (presto online) delle città accessibili, di cui proprio le linee guida costituiranno l’ossatura.
Queste si fondano su un’idea ampia di accessibilità, non limitata quindi alla settoriale e tradizionale pratica di eliminazione delle barriere architettoniche, ma estesa anche a quelle sensoriali, percettive, cognitive, economiche, sociali, culturali. L’obiettivo, si legge, è “governare l’abitare garantendo diritti, dignità, prestazioni e servizi, soddisfacendo le esigenze crescenti delle comunità, composte da un numero sempre maggiore di anziani, di persone con condizioni di disabilità e altre fragilità”.
Iginio Rossi, coordinatore di “Città accessibili a tutti”, racconta che il percorso di tre anni di lavoro e confronto sul territorio ha fatto emergere con forza “da un lato la consapevolezza di un grande fermento di impegno, di iniziative pubbliche, ma anche di singoli e associazioni, dall’altra il grande deficit di coordinamento e integrazione, manca un metodo, una via tracciata per fare e applicare l’accessibilità a tutte le scale. Le nostre linee guida ambiscono a essere un primo contributo per superare questo vulnus”.
Il documento “Linee guida - politiche integrate per città accessibili a tutti” è suddiviso in quattro categorie:
1) Progetti per la fruizione di spazi, tempi e servizi: si raccomanda l’applicazione del criterio dell’accessibilità a tutti i livelli della progettazione degli spazi pubblici e delle attrezzature che li compongono.
2) Strumenti per programmare e pianificare: un contributo sostanziale deve arrivare dalla pianificazione urbanistica, attraverso la costruzione di standard ad hoc e la destinazione di risorse economiche per lo scopo.
3) Processi per politiche integrate e interattive: serve un confronto costante, vista la trasversalità del tema dell’accessibilità, tra settori diversi, dall’architettura e dall’urbanistica al welfare, alla mobilità, alla gestione del patrimonio storico e artistico.
4) Formazione per promuovere consapevolezza: occorre un investimento nel settore della formazione a tutti i livelli, da quello scolastico-universitario a quelli che riguardano le imprese, i professionisti, la pubblica amministrazione.