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Come sta andando il mercato delle gare di progettazione?

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I dati del consueto Monitoraggio sui bandi effettuato dal Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri e il commento di Giuseppe Margiotta, presidente del Centro Studi

Qual è l’andamento delle gare di architettura e ingegneria nel primo bimestre del 2019? Ce lo dice il consueto Monitoraggio sui bandi effettuato dal Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri.

C’è di che sorridere, alla luce di un’impennata decisa. L’importo complessivo posto a base d’asta per i servizi è praticamente raddoppiato rispetto ai primi due mesi del 2018, arrivando a sfiorare i 150 milioni di euro, contro i 74 del 2018.

Anche considerando gli accordi quadro, i concorsi di idee e di progettazione e i bandi con esecuzione dei lavori, i dati relativi al primo bimestre 2019 evidenziano un raddoppio degli importi messi a gara, che raggiungono quasi i 200 milioni di euro, laddove nel periodo corrispondente del 2018 erano circa 95 milioni. Nel confronto con il primo bimestre 2018, risulta in crescita la quota destinata ai servizi di ingegneria nelle gare con esecuzione, nonostante la limitazione dell’appalto integrato, ammesso solo per alcune tipologie di gare: quasi il 22%, contro il 10,5% del 2018. Nel periodo in esame sono stati pubblicati anche 5 accordi quadro, per un valore complessivo di circa 4milioni e mezzo di euro, pari al 2,3% degli importi complessivi posti a base d’asta nei primi due mesi dell’anno.

I commenti del Consiglio Nazionale degli Ingegneri

“I primi dati del 2019 - afferma Giuseppe Margiotta, Presidente del Centro Studi CNI - sembrano confermare non solo il trend positivo del mercato delle gare per i servizi di ingegneria e architettura in atto da tre anni, ma anche l’impatto positivo del Decreto Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs 19/04/2017 n° 56 entrato in vigore nel mese di maggio del 2017)”.

“La costante crescita del mercato dei Sia - dice Michele Lapenna, Consigliere e Presidente dell’Osservatorio Bandi del CNI - conferma che la strada intrapresa col Correttivo al Codice Appalti era quella giusta ed occorre evitare passi all’indietro. In questo senso, è positivo che nella bozza del cosiddetto ‘sblocca cantieri’ non ci sia nessun ampliamento dell’ambito di applicazione del cosiddetto Appalto Integrato, che noi riteniamo debba rappresentare un’eccezione e non la norma, come purtroppo è accaduto con il D.Lgs. n. 163/2006. Per quanto riguarda l’applicazione dell’incentivo per la progettazione, invece, auspichiamo una distinzione di ruoli tra gli uffici tecnici delle stazioni appaltanti e gli operatori tecnici esterni e riteniamo che gli uffici tecnici delle stazioni appaltanti debbano occuparsi della fase di programmazione e esecuzione dell’opera. Il problema centrale è comunque la qualità della progettazione, per cui chiediamo che anche i progettisti interni abbiano i requisiti dei professionisti esterni. Resta positiva la permanenza della norma per cui le stazioni appaltanti possano optare indifferentemente per l’affidamento interno ed esterno. Ma comunque ribadiamo la nostra preferenza verso una distinzione dei ruoli tra gli uffici tecnici della PA e i professionisti esterni, valorizzando il ruolo dei primi nella programmazione e nel controllo dell’esecuzione delle opere. Su tutte queste questioni, sia come Consiglio Nazionale Ingegneri che come Rete Professioni Tecniche, contiamo di dire la nostra in sede di riforma del Codice dei Contratti”.

Ulteriori dati rilevati dal Monitoraggio

Sempre secondo il Monitoraggio del Centro Studi CNI, rispetto al primo bimestre 2018, spicca il deciso aumento del numero delle gare di grandi dimensioni: circa il 22% delle gare senza esecuzione (escludendo, tra gli altri, gli accordi quadro) ha un importo a base d’asta superiore ai 221 mila euro, laddove nei primi due mesi del 2018 era il 10,5%, a discapito delle gare con importo inferiore ai 40mila euro, che scendono dal 50% al 36,2%.

Rispetto al primo bimestre 2018, cala sensibilmente la quota di bandi aggiudicati dai professionisti, sia in termini quantitativi (42,3% contro il quasi 60% del 2018), sia soprattutto in termini di importi: appena l’8,1%, laddove nei primi due mesi del 2018 era il 28,3%. Un risultato che appare la logica conseguenza del minor numero di gare piccole bandite.

Per quanto riguarda i ribassi offerti, infine, si registra un lieve calo dei valori, tanto che la media tra tutti i bandi è pari al 34,3% contro il 35,9% rilevato nello stesso bimestre del 2018.