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Con l’apertura di BAU 2011 riparte anche l’attività edilizia in Europa

Lavori pubblici di
Quando apriranno i padiglioni di BAU nel gennaio 2011, l’industria edilizia europea dovrebbe aver ampiamente superato le conseguenze della crisi economica mondiale, tornando in condizioni di stabilità

Prima del 2012 non è ipotizzabile un ritorno ai tassi di crescita pre-recessione. Sono i risultati degli ultimi sondaggi effettuati dagli istituti di consulenza e di ricerca appartenenti al Gruppo Euroconstruct, che riunisce 15 Paesi dell’Europa occidentale e 4 dell’Europa centrale.

La crisi economica mondiale del 2009 ha colpito duramente anche l’industria delle costruzioni, dopo che già nel 2008 l’attività del settore aveva rallentato a causa di una brusca frenata nell’edilizia abitativa. Nel loro bilancio, gli esperti di Euroconstruct hanno definito il 2009 come “l’anno peggiore da oltre un decennio”.  Il crollo della domanda di edifici, soprattutto nel comparto residenziale, ha prodotto una contrazione dell’8,4% del volume edificato in Europa, portando il valore attorno a 1,4 miliardi di Euro. Come termine di paragone, il prodotto interno lordo dei Paesi dell’Euroconstruct è diminuito “solo” del 4% in media.

Il peggio per l’edilizia europea è passato, perché il fondo è stato toccato nel biennio 2008-2009. Nel 2010 i 19 Paesi dell’Euroconstruct dovranno fare i conti con un ulteriore leggero arretramento dell’attività (-2,2%), ma dal 2011 la curva dovrebbe tornare a salire (+1,6%). Il salone BAU 2011, tradizionale barometro per la congiuntura del settore, darà un contributo essenziale con padiglioni completamente esauriti e oltre 210.000 visitatori da tutto il mondo. Nel 2012 l’attività edilizia in Europa dovrebbe crescere nuovamente più del prodotto interno lordo, nell’ordine del 2,5%.

Nonostante le riduzioni dovute alla crisi economica, i 19 Paesi europei dell’Euroconstruct rappresentano ancora il più grande mercato dell’edilizia del mondo con un giro d’affari di circa 1,4 miliardi di Euro. A livello dei singoli Paesi, tuttavia, i principali mercati europei, i cosiddetti “Big-Five” (Germania, Gran Bretagna, Spagna, Italia e Francia) sono nettamente dietro ai colossi mondiali Stati Uniti (950 miliardi di dollari), Giappone (725 miliardi di dollari) e Cina (508 miliardi di dollari). Una crescita a due cifre che prosegue da oltre un decennio ha proiettato la Cina al terzo posto della graduatoria mondiale.

Il salone BAU è un indicatore attendibile dell’internazionalizzazione del settore, come dimostra chiaramente il numero di visitatori internazionali in costante aumento. Nel 2003 erano giunti a Monaco di Baviera circa 27.000 operatori stranieri da 100 Paesi, mentre nel 2009 si è superata la soglia dei 37.000 visitatori esteri da ben 151 Paesi. Questa tendenza proseguirà con tutta probabilità a BAU 2011, in programma dal 17 al 22 gennaio. BAU conferma così anche nelle cifre il proprio ruolo di principale salone internazionale dell’industria edilizia.