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Conclusa la settimana sulla Sicurezza anticrimine

Sicurezza e Sistemi di Protezione di
«Serve più sicurezza e più controllo. Ma anche più professionalità». Ecco i dati della Settimana della sicurezza di Aips

Il 35 per cento degli intervistati non si sente sicuro nella sua abitazione e il 28 per cento avverte insicurezza nel suo vicinato. Insicurezza che è generata per il 34 per cento proprio da furti avvenuti tra i vicini e per il 22 per cento per aver personalmente subito un'intrusione. Insicurezza che, per i cittadini, potrebbe essere ridotta con una maggiore presenza delle forze dell’ordine (42%). Sono questi i dati principali raccolti da Aips, l’Associazione installatori professionali di sicurezza che dal 24 al 28 maggio ha organizzato sul Sentierone la Settimana della Sicurezza anticrimine.

Aips ha raccolto 912 questionari al fine di indagare sul senso di sicurezza dei bergamaschi, ma anche fare prevenzione e informazione ai cittadini in previsione delle vacanze estive. Ecco altri dati salienti: alla domanda «Quando sente una sirena di un allarme suonare qual è il primo pensiero?», il 21 per cento degli intervistati ha risposto «curiosità», ma lo stesso valore percentuale è per la seconda opzione: «timore». Di rilievo anche la risposta del 19 per cento degli intervistati che ha indicato come opzione la «chiamata alle forze dell’ordine», mentre il 15% vorrebbe avvisare il proprietario di casa a cui suona l'allarme.

Ma ecco la domanda più importante: «Che cosa la farebbe sentire più sicuro?». Il 42 per cento ha chiesto una maggior presenza delle forze dell’ordine, contro il 19% a cui basterebbe un impianto di allarme e il 15% che preferirebbe un impianto di videosorveglianza. «Molti i bergamaschi che hanno indicato nella risposta aperta – dichiara il segretario di Aips Marco Panepucci - come il senso di sicurezza sia diminuito a causa della presenza di un alto numero di stranieri».

E se il 59 per cento degli intervistati non è dotato di un impianto di allarme, il 78% di questi ultimi non è neppure interessato a installarlo, preferendo comunque, in caso di acquisto, utilizzare un installatore conosciuto tramite il passaparola (35%). Ma veniamo a chi l’impianto di allarme ce l’ha (41%): in questo caso ci si è affidati per la maggior parte dei casi a un installatore (58%) o a un elettricista (25%). Per il 42%, inoltre, manca un contratto di manutenzione e, anche se è garantita assistenza tecnica 24 ore su 24 (59%), gli utenti non sono collegati né alle forze dell’ordine (solo il 12% ha attivato questo servizio) né agli istituti di vigilanza (solo il 20% degli intervistati ha questa opzione).

«Siamo soddisfatti di questi risultati e dell’attenzione dei cittadini nei confronti di questo tema – ha dichiarato Panepucci durante la tavola rotonda conclusiva della manifestazione-. Crediamo però che se il 35 per cento degli intervistati non si sente sicuro nella propria abitazione, significa che c’è molto da fare e soprattutto è necessario lavorare sull’informazione e sulla prevenzione».

Sull’argomento si sono soffermati molti dei relatori alla tavola rotonda, incontro – svoltosi venerdì 28 maggio all’Urban center del Comune di Bergamo e aperto ai cittadini – che ha analizzato il concetto di sicurezza e il rapporto cittadino- installatore. A fare da moderatore il giornalista de L’Eco di Bergamo Fabio Conti.

A prendere la parola, dopo la spiegazione dei dati da parte di Panepucci, l’onorevole Filippo Ascierto, componente della IV Commissione - Difesa - della Camera dei deputati. Ex maresciallo dei Carabinieri, da sempre interessato a temi legati alla sicurezza, è tra i fondatori dell'associazione «Andromeda Osservatorio nazionale per la sicurezza», un’associazione senza fini di lucro nata per i servizi di volontariato e per costituirsi come un riferimento per tutto ciò che riguarda la sicurezza del cittadino, in termini di prevenzione, di tutela e di proposta.

Ascierto si è occupato della parte legislativa della materia, al momento allo studio e sulla quale lavora già da tempo: «I dati raccolti da Aips a Bergamo sono la fotocopia della situazione nazionale, con una percezione di insicurezza e una richiesta di più controllo da parte delle forze dell’ordine». Se però da un lato «cresce la repressione del crimine – ha continuato Ascierto -, dall’altro si evidenzia un’emergenza carceraria e fondi ridotti per aumentare il personale delle forze dell’ordine». Ascierto però sottolinea: «Per prevenire non basta la divisa, ora i cittadini hanno dalla loro parte la tecnologia, che può aiutare a mettersi in sicurezza, difendendo le nostre proprietà e la nostra vita».Strumenti tecnologici che possono essere collegati oltre che utili alle forze dell’ordine, «ma che devono essere installati da personale competente».

Quest’ultimo tema – ossia la competenza e la professionalità dell’installatore – è stato ripreso anche da  Stefano Bellintani, professore del Politecnico di Milano, che ha indicato ai cittadini come meglio proteggersi: «La tecnologia è disponibile ed affidabile, anche se tra la cittadinanza c’è spesso la difficoltà a trasferire informazioni e atteggiamenti corretti in tema di sicurezza – ha detto il docente del Politecnico, università che utilizzerà i dati raccolti da Aips durante la Settimana della sicurezza nelle sue pubblicazioni -. Importante prima di tutto è fare prevenzione: il 25 per cento degli italiani ha nelle proprie case un impianto di allarme e la maggior parte di questi italiani se n’è dotato dopo che il suo domicilio è stato violato».

 Fare prevenzione quindi è fare sicurezza:«Ma solo se ci si affida a esperti che sanno analizzare i rischi, hanno l’esperienza per capire sotto il profilo tecnologico e progettuale cosa è meglio per il cittadino». Che significa «pensare come un ladro, guardando la propria abitazione “da esterno”».

Ed ecco qualche consiglio: essere sempre allerta, verificare la qualità di porte e tapparelle, usare l’illuminazione come deterrente e informarsi dai media delle nuove tecniche messe in atto dai topi di appartamento, cercando di fare sistema tra i vari attori del territorio coinvolti nella lotta alla criminalità.

E «fare sistema» è un appello che arriva anche da Fabio Lucchini, sociologo, che evidenzia oltre alle misure di prevenzione e di deterrenza, anche un altro aspetto sociale molto rilevante: «Fare prevenzione comunitaria – ha spiegato -, creare cioè con il vicinato una rete di sicurezza che offra un territorio vissuto e sicuro e non certo trascurato, abbandonato e quindi insicuro».

Antonmarco Catania, presidente della Gsg International, specialista sul tema della videosorveglianza, ha invece trattato le implicazioni di una sorveglianza monitorata dalle forze dell’ordine alla luce delle ultime linee guida del Garante della privacy: «La videosorveglianza è un utile strumento di prevenzione oltre che di sicurezza, per proteggere le persone e i beni». Le tecnologie sono però specialistiche, «ed è necessario saperle utilizzare correttamente», affinché sia così utili sia al cittadino che alle forze dell’ordine.

E qui un intervento più tecnico, ossia quello di Patrizio Bosello, presidente e amministratore delegato di Axel Italia, che ha sottolineato: «La tecnologia deve essere certificata, ma anche la stessa categoria degli installatori che invece in Italia non è censita né controllata – ha detto -. E pensare che il cittadino apre la sua casa e i suoi segreti all’installatore, si fida di lui ciecamente, anche se quest’ultimo per la legge italiana non è tenuto a dare alcuna garanzia». Non come nel resto d’Europa, dove esiste un albo degli installatori, che sono certificati e devono dare specifiche garanzie. «In Italia la nostra categoria vive sul passaparola ha concluso la tavola rotonda Aldo Coronati, presidente di Aips -, come è stato evidenziato anche dalle risposte dei bergamaschi al nostro questionario. Invece la necessità è quella di fare la differenza e di fare più sicurezza. Questo perché l’installatore entra nelle case della gente e deve farlo con professionalità e fiducia».

Nei prossimi giorni Aips fornirà un report dettagliato dei dati raccolti con i questionari compilati dai cittadini sul Sentierone, aggiungendo ai 913 già analizzati, quelli raccolti anche nella giornata di venerdì, prima della tavola rotonda.

Il vademecum informativo
Aips ha stilato un volantino informativo che ha distribuito ai cittadini durante la Settimana della sicurezza. Si chiama «Fai centro con la sicurezza. Guida alla protezione anticrimine della tua abitazione» redatto e distribuito nella Bergamasca dall’associazione che parte da un consiglio: «Pensa come un ladro!».

«Prima di installare una porta blindata o un impianto di allarme spiega l’Aips è necessario valutare con attenzione a quali rischi è esposta la propria abitazione, il negozio o l’azienda che si desidera proteggere».  Da valutare per esempio il contesto urbano (città al alta densità o piccola località), il tipo di abitazione (casa unifamiliare, appartamento in condominio…), il numero degli ingressi, la tipologia dei serramenti  e la vita che conducono i suoi abitanti (se per esempio la casa è incustodita per la maggior parte della giornata).

Ecco allora che l’Aips fornisce un’analisi dettagliata delle tipologie dei dispositivi di sicurezza a disposizione del cittadino, con un vademecum di consigli utili per proteggere la propria casa: «Mai lasciare copia delle chiavi sotto lo zerbino o utilizzare chiavi facilmente duplicabili – sono alcune indicazioni –.Non mettere mai etichette con nomi e/o indirizzi sul portachiavi né lasciare a portata di mano scale o altri strumenti che possano essere utilizzati per entrare in casa».

Importante è anche cambiare le serrature se si smarrisce anche una sola chiave, scegliere tapparelle sempre in ferro o in profilato di alluminio, così come custodire gli oggetti di valore in cassaforte, certificata e ben montata e ancorata.

Con segnalazioni non da poco: per la sicurezza è importante rivolgersi a un professionista così come diritto del cittadino è richiedere sempre un preventivo gratuito, pretendendo anche la dichiarazione di conformità che rispetti la normativa Cei, il Comitato elettronico italiano. Fondamentale poi è stipulare sempre un contratto di manutenzione, «perché l’impianto d’allarme è una macchina complessa che va controllata e revisionata periodicamente– avverte l’Aips – così come è diritto del cittadino pretendere 12 mesi di garanzia per gli impianti e 24 mesi per i prodotti di sicurezza». Informazioni utili che si conoscono poco ma che rendono la sicurezza ancora più accessibile.

Info:Vademecum casa sicura