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Confedilizia: delusione per il sistema di tassazione introdotto dalla Legge di Stabilità

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“Lo IUC non è altro che un insieme dell’IMU, di una vera e propria IMU bis (TASI) e di una tassa rifiuti con un nome nuovo (TARI)”, dichiara il presidente Corrado Sforza Fogliani


Riportiamo di seguito l’analisi del presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, riguardo al nuovo sistema di tassazione sulla casa introdotto dalla Legge di Stabilità.

Alla fine, dopo tante discussioni, la partita s’è chiusa (almeno, al Senato) nel modo più strambo, con un tributo definito ora IUC (il TUC si prestava troppo ad essere chiamato TRUC!), e cioè con un Tributo Unico Comunale che però ne contiene tre, uno e trino come la Santissima Trinità. Un gioco furbesco? La realtà è comunque che lo IUC non è altro che un insieme dell’IMU, di una vera e propria IMU bis (TASI) e di una tassa rifiuti con un nome nuovo (TARI). Il tutto, lasciando invariati e rendendo addirittura stabili gli spropositati moltiplicatori catastali Monti che erano stati introdotti in via provvisoria ed eccezionale.

Per questo impianto, non c’è altro da esprimere che una profonda delusione. La riduzione dell’aumento dell’aliquota massima IMU - TASI dal 10,6 per mille all’11,6 per mille (che, se pur nascosto tra le righe, la Confedilizia aveva subito rilevato e denunciato; se ne sono accorti “fini osservatori”, s’era detto alla Camera) è solo un atto dovuto.

Non si poteva infatti pensare che si avesse il coraggio di aumentare formalmente il livello massimo della tassazione in una situazione nella quale i proprietari che locano versano allo Stato il canone che percepiscono fino al 16 ottobre (pari a 288 giorni) tenendo per sé solo quello relativo a 77 giorni, e questo salvo fatti straordinari comunque pressoché ricorrenti. La mancata eliminazione, poi, del ripristino della tassazione - abolita nel 2011 e respinta solo 3 mesi fa - degli immobili anche involontariamente non locati, molte volte a causa delle politiche dei Comuni, è un’ignominia non degna di un Paese civile.

Il voltafaccia del Governo sulla service tax approvata e ufficialmente comunicata dalla Presidenza del Consiglio nell’agosto scorso e ora sostituita con una vera e propria Imu bis, rappresenta dal canto suo una nuova, reiterata vittoria del partito della spesa e dello spreco locali, non attenuata dal pur positivo riferimento alla necessità che le aliquote della “tassa servizi” siano correlate da parte dei Comuni ai servizi e ai loro costi.

Più volte, abbiamo espresso la considerazione che dietro il disegno, prima di Monti e ora (dopo ottobre e i relativi fatti politici) del Governo Letta, poteva ritenersi che vi fosse la precisa intenzione di indirizzare il risparmio verso la finanza piuttosto che verso la proprietà immobiliare, come sempre avvenuto dal secondo dopoguerra in poi. Ora, Francesco Forte ha magistralmente confermato questo convincimento facendo presente che l’ideologia dell’imposta patrimoniale diffusa sulla proprietà immobiliare alberga da qualche po’ in certe forze politiche oltre che nei finanzieri di riferimento delle stesse.

“Per essi - ha scritto testualmente l’ex Ministro delle finanze - la proprietà di immobili dei risparmiatori persone fisiche, è una ricchezza statica da combattere. Gli immobili debbono appartenere ai grandi gruppi finanziari: assicurazioni, fondi di investimento, banche, che li daranno in affitto. I risparmiatori debbono investire in azioni, obbligazioni, fondi di investimento, risparmio bancario”.