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Confedilizia: il settore immobiliare ha bisogno di una riduzione generalizzata della tassazione

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Il Presidente Spaziani Testa: “I numeri relativi alla tassazione sul settore parlano chiaro. C’è bisogno, con urgenza, di una riduzione generalizzata del carico di imposte”


La Confedilizia segnala alcuni dati relativi alla tassazione sugli immobili, che dimostrano come il settore abbia urgente necessità di una riduzione generalizzata del carico di imposte.

- L’Italia ha un livello di tassazione sugli immobili più che doppio sia rispetto alla media dei Paesi europei sia rispetto alla media dei Paesi Ocse.

- Nel 2014, il gettito di Imu e Tasi è stato di circa 25 miliardi di euro, cui bisogna aggiungere quello dell’imposta di scopo (che è un’addizionale all’Imu). Fino al 2011, il gettito dell’Ici era stato di circa 9 miliardi di euro. Pertanto le imposte locali sugli immobili si sono quasi triplicate. E i proprietari pagano ormai 16 miliardi di euro in più ogni anno.

- Il carico di imposte patrimoniali (Imu e Tasi), nel quadriennio 2012-2015, può stimarsi in 94 miliardi di euro.

- La tassazione patrimoniale sugli immobili (che, per definizione, è progressivamente espropriativa dei beni colpiti) è pari a più del 60 per cento del totale.

- Oltre alle imposte di natura patrimoniale, la proprietà immobiliare paga ogni anno almeno altri 20 miliardi circa di altri tributi: Irpef, addizionale regionale Irpef, addizionale comunale Irpef, Ires, Irap, imposta di registro, Iva, imposte ipotecarie e catastali, imposta di bollo, imposta sulle successioni e sulle donazioni, tassa sui rifiuti, tributo provinciale per l’ambiente, contributi ai consorzi di bonifica, tassa occupazione spazi pubblici.

- Sugli immobili locati, le imposte arrivano ad erodere fino all’80 per cento del canone (e con il restante 20 per cento devono essere pagate le spese)

I numeri relativi alla tassazione sul settore immobiliare - ha dichiarato il Presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - parlano chiaro. C’è bisogno, con urgenza, di una riduzione generalizzata del carico di imposte. La scelta di colpire il risparmio immobiliare non è stata solamente iniqua. Ha anche prodotto, e sta ancora producendo, danni incalcolabili in termini di calo dei consumi, di chiusura di imprese, di perdita di posti di lavoro, di crollo della fiducia. Sull’affitto, poi, se non si correrà ai ripari con misure specifiche di detassazione, le conseguenze di ordine sociale saranno irreparabili. Ci vuole un segnale forte, non limitato all’abitazione principale, che può essere attuato attraverso un intervento sui moltiplicatori catastali alla base di Imu e Tasi, aumentati dal Governo Monti in modo spropositato e tuttora assurdamente vigenti”.