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Conto termico: pro e contro di un incentivo da mettere alla prova

Energie rinnovabili di
Valeria Verga, Segretario Generale Assolterm, dice la sua sul conto termico e sui suoi aspetti positivi e negativi in un contesto alquanto complesso


La prima cosa che mi vien da dire a proposito del “conto termico” è…era ora! Sì perché lo aspettavamo ormai da più di un anno in una situazione piuttosto difficile sia dal punto di vista del mercato, che presenta un trend negativo ormai da due anni, sia dal punto di vista di un quadro incentivante che, con il progressivo depotenziamento delle detrazioni fiscali, aveva lasciato il settore sostanzialmente scoperto. Finalmente quindi è stato pubblicato e già per gli interventi realizzati a partire dallo scorso 3 gennaio è possibile richiedere l’incentivo.

Diversi sono gli elementi di positività di questo decreto per il quale, d’altra parte, a più riprese siamo stati chiamati ad esprime un parere.

Il primo aspetto positivo riguarda il fatto che l’incentivo, che per il solare termico è rivolto sia ai privati che alle amministrazioni pubbliche, amplia, rispetto alle detrazioni fiscali, il numero e la tipologia di soggetti che potranno usufruirne. È positivo inoltre il fatto che il periodo di diritto all’incentivo sia sufficientemente breve (2 anni per impianti sotto i 50 m2 e 5 anni per impianti da 50 a 1000 m2 di superficie), permettendo così ai fruitori di acquisire l’incentivo in tempi rapidi.
Va detto, d’altra parte, che la spesa complessiva annua di 900 milioni di euro (di cui 200 per le amministrazioni pubbliche e 700 per i soggetti privati), prevista per l’incentivazione di tutte le rinnovabili termiche e per le misure di efficienza energetica (in quest’ultimo caso solo per le amministrazioni pubbliche) non può certo essere considerata adeguata rispetto agli obiettivi da raggiungere al 2020. In ogni caso, sarà possibile fare una valutazione più approfondita su questo e altri aspetti solo dopo un congruo periodo di operatività dell’incentivo. Per fare solo un esempio, vista la molteplicità di tecnologie incentivate, allo stato attuale non sappiamo se il tetto di spesa annuale verrà raggiunto prima dello scadere dell’anno.

Per quanto riguarda l’entità dell’incentivo, gli interventi per l’installazione di impianti solari termici con superficie inferiore o uguale a 50 m2 ricevono un contributo annuo di 170 euro/m2 per due (se abbinati a sistemi di solar cooling il contributo sale a 255 euro/m2); mentre per gli impianti con superficie superiore ai 50 m2, il contributo annuo è pari a 55 euro/m2 per cinque anni, che sale a 83 euro/m2 se abbinati a sistemi di solar cooling.
Un incentivo che non possiamo certo considerare particolarmente generoso se paragonato al 55% delle detrazioni fiscali, e con particolare riferimento agli impianti a circolazione forzata che presentano costi più alti di quelli a circolazione naturale. Ma speriamo che la minore entità del contributo possa essere controbilanciata da un periodo sufficientemente breve di diritto all’incentivo.

Un altro elemento di positività è l’aver puntato sulla semplificazione. Per impianti sotto i 50 m2, per esempio, non è necessaria l’asseverazione di un tecnico abilitato ma è sufficiente una dichiarazione sostitutiva.
A nostro avviso però, proprio nel tentativo di semplificare il più possibile il meccanismo, si è scelta una modalità di attribuzione dell’incentivo che di fatto non lega l’entità dell’incentivo (nemmeno a livello di stima) alla producibilità dell’impianto, in questo modo tradendo lo spirito del Decreto 28 che all’art. 28 indica che “l'incentivo ha lo scopo di assicurare un’equa remunerazione dei costi di investimento ed esercizio ed è commisurato alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili”. Riteniamo che su questo aspetto bisognerà lavorare nei prossimi mesi per fare in modo che il meccanismo di attribuzione dell’incentivo venga affinato in occasione della prima revisione del decreto prevista dopo due anni dall’entrata in vigore dell’incentivo.

Un altro elemento di criticità riguarda l’obbligo che i collettori siano certificati Solar Keymark. Se condividiamo appieno il principio che sta dietro a questa richiesta e cioè la necessità di garantire la qualità e il buon funzionamento degli impianti installati, non possiamo fare a meno di mettere in evidenza il fatto che le piccole imprese, che sono le sole a non aver ancora potuto, per motivi strettamente economici, acquisire il Keymark, si trovino costrette a farlo in una congiuntura economica particolarmente delicata, col rischio di annullamento degli effetti positivi dell’incentivo stesso.
Va precisato che è vero che gli interventi realizzati a partire dallo scorso 3 gennaio possono già accedere agli incentivi, ma non potremo vedere alla prova il meccanismo e la procedura di accesso all’incentivo prima di due mesi, perché molti sono gli adempimenti che il decreto attribuisce ai diversi enti convolti (ENEA, GSE, AEEG) con scadenze comprese tra febbraio e aprile 2013.
In particolare, è importante sottolineare che il GSE sta già lavorando a una linea guida che individua le regole applicative per l’attribuzione dell’incentivo. A riguardo, abbiamo già preso contatto con il GSE per presentare le nostre osservazioni su alcuni aspetti che nel decreto risultano poco chiari e che andranno meglio specificati nella stesura delle regole applicative.


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