Quando si parla di compravendite immobiliari, il contratto preliminare non è solo una formalità: può avere implicazioni fiscali precise. Ma è davvero obbligatorio registrarlo? E come si fa, concretamente? Se ti stai ponendo queste domande (o vuoi evitare brutte sorprese), leggi cosa risponde l’Agenzia delle Entrate. La procedura è più semplice di quanto pensi, soprattutto se usi il servizio giusto. Partiamo dal quesito posto al Fisco da un contribuente.
“Vorrei sapere se è necessario registrare un contratto preliminare di compravendita ed eventualmente come fare per chiedere la registrazione”.
La risposta di Andrea Santoro su FiscoOggi
È disponibile, nell’area riservata del sito dell’Agenzia, il servizio online Rap (registrazione atti privati) per registrare i contratti di comodato e i preliminari di compravendita. Dopo aver inserito tutte le informazioni necessarie (tipologia di contratto, dati delle parti e dei beni immobili oggetto del contratto), la procedura calcola le imposte (registro e/o bollo) e consente di versarle contestualmente tramite addebito sul conto corrente. L’atto da registrare va allegato e deve essere redatto in modo che gli elementi essenziali siano leggibili tramite procedure automatizzate. È possibile, altresì, allegare all’atto da registrare eventuali documenti richiamati nello stesso (per esempio, scritture private, inventari, mappe, planimetrie e disegni). In via residuale, se si è sprovvisti delle credenziali per accedere all’area riservata (Spid, Cie o Cns) si può registrare l’atto, sottoscritto con firma autografa, prenotando un appuntamento in presenza presso un qualunque ufficio dell’Agenzia. Maggiori dettagli sull’agevolazione sono contenuti nell’apposita guida “I servizi dell’Agenzia delle Entrate” pubblicata sul sito istituzionale.