La sfida climatica non si può perdere. È in gioco il futuro dell’umanità. E ogni Governo deve dare il suo contributo. La Commissione europea ha pubblicato la valutazione delle proposte dei piani nazionali predisposti dai governi nazionali in attuazione degli obiettivi europei in materia di energia e clima per il 2030. Legambiente analizza la situazione del nostro Paese.
“Il piano italiano - commenta il vicepresidente nazionale Edoardo Zanchini - è nelle condizioni non solo di attuare le raccomandazioni della Commissione senza grandi sforzi, ma soprattutto di mettere in campo un’azione climatica più ambiziosa, in grado di far fronte concretamente all’attuale emergenza climatica. Il messaggio chiaro che viene dalla Commissione è che serve maggiore ambizione per tradurre in realtà gli impegni dell’Accordo di Parigi. I piani nazionali, da completare entro la fine dell’anno, vanno rivisti in coerenza con le strategie nazionali di lungo temine, che dovranno allinearsi alla strategia europea”.
Per Legambiente, sarà cruciale per l’Italia mettere in campo da subito un pacchetto dettagliato di misure per abbandonare il carbone entro il 2025,puntando con forza su rinnovabili ed efficienza energetica, anziché continuare a puntare sul gas. A tal fine sarà importante avviare immediatamente un programma di eliminazione dei sussidi alle fonti fossili (che ammontano ormai a 19 miliardi di euro) già a partire dalla prossima legge finanziaria. Risorse che dovranno essere destinate anche a sostenere la transizione verso un’economia circolare e libera da fonti fossili delle comunità interessate dalla chiusura delle centrali a carbone e dalla riconversione degli impianti industriali energivori.
Il giudizio della Commissione Europea
Secondo le valutazioni della Commissione europea, i piani non consentono di raggiungere gli obiettivi europei sia per rinnovabili (vi è un gap di 1.6% rispetto al target del 32%) che per l’efficienza energetica (vi è un gap di 6.2% rispetto al target del 32.5%); sarà solo possibile raggiungere l’attuale obiettivo del 40% di riduzione delle emissioni climalteranti, risultato inferiore a quanto inizialmente previsto (45%) grazie al pieno raggiungimento degli obiettivi su rinnovabili ed efficienza. Sono dunque piani inadeguati a fronteggiare l’emergenza climatica che stiamo vivendo. Soprattutto se si tiene conto che gli attuali obiettivi europei non sono in linea con la soglia critica di 1.5°C e quindi inadeguati a rispondere con efficacia a questa crisi climatica.