Lo Sbloccacantieri continua a tenere banco. Sono chiare le richieste dell’Ance, Associazioe Nazionale dei Costruttori Edili, a Governo e Parlamento. Le hanno espresse nel corso del convegno "Sbloccacantieri, quali risorse, quali regole", al quale hanno partecipato, tra gli altri, il viceministro dell'Economia, Laura Castelli, il presidente della Fondazione Astrid, Franco Bassanini, il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, il vice avvocato generale dello Stato, Marco Corsini, e il relatore dello Sbloccacantieri al Senato, Agostino Santillo.
Ecco come andrebbe perfezionato il Decreto
I costruttori chiedono, innanzitutto, certezza sulle regole e sulle risorse per far ripartire le opere che servono all’Italia. Pur rappresentando un primo segno tangibile della volontà di rimettere le costruzioni al centro del Paese, il Decreto Sbloccacantieri non risolve, infatti, le grandi criticità che impediscono il rapido utilizzo delle risorse stanziate, a iniziare dalla sedimentazione normativa e dalla burocrazia asfissiante.
Altro punto da mettere al centro dell’attenzione, secondo l’Ance, è la sindrome del “blocco della firma”, che attanaglia la pubblica amministrazione. Pesanti le conseguenze in termini di mancati investimenti: siamo riusciti a spendere solo il 4% dei 150 miliardi stanziati negli ultimi 3 anni, accumulando un gap spaventoso con gli altri paesi e rendendo il nostro territorio sempre più inefficiente e degradato.