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Costruzioni: com’è cominciato il 2019?

Edilizia di
L’ultimo decennio è stato pesantemente negativo per il settore, ma sotto quali auspici s’è aperto il nuovo anno? Scopriamolo insieme nell’analisi di Confartigianato

Nel decennio 2008-2018 il settore delle costruzioni ha affrontato una pesantissima crisi. Il valore aggiunto del comparto, in volume, si è ridotto del -28,6%, con una riduzione di 14,8 miliardi di euro. Si sono persi 551 mila occupati, mentre il resto dell’economia ha registrato un aumento di 438 mila unità. Nell’arco del decennio, con la sola eccezione del 2017, il tasso di variazione annua dell’occupazione si è mantenuto in territorio negativo.

Ma come s’è aperto l’anno in corso?

Vediamo insieme l’analisi di Confartigianato. Nel primo trimestre 2019 in Italia il volume della produzione nelle Costruzioni è inferiore del 31,8% di quello di dieci anni prima, mentre il divario di produzione si ferma al 7,1% nell’Eurozona.

Tenuto conto del posizionamento del settore nel lungo periodo, il 2019 inizia evidenziando un interessante segnale di ripresa, peraltro in ritardo rispetto al manifatturiero. L’analisi dei dati pubblicati dall’Istat evidenzia che, dopo la leggera flessione (-0,3%) che ha contrassegnato l’ultimo trimestre del 2018, il primo trimestre dell’anno registra un marcato aumento congiunturale.

Nonostante il calo registrato nel mese di marzo, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni si mantiene a livelli elevati nei primi tre mesi dell’anno e sale del 4,0% rispetto al trimestre precedente. Sull’aumento della produzione influisce un maggiore dinamismo della domanda pubblica: dall’analisi dei dati dei pagamenti nel primo trimestre 2019 relativi agli investimenti fissi lordi di Province, Comuni e Città metropolitane proviene un segnale di aumento del 12,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il confronto con gli altri Paesi

Nel confronto internazionale l’Italia presenta una performance del comparto edilizia in linea con quello della Germania (+3,9%) e migliore di quella rilevata in Francia (+1,3%) e nel Regno Unito (+1,1%); in controtendenza la Spagna, che registra un calo congiunturale della produzione del 2,7%. Il rialzo particolarmente consistente che si rileva in termini tendenziali è in parte da ricondurre alla caduta della produzione riscontrata nel marzo dello scorso anno, su cui hanno influito le condizioni meteo, come si desume dalle mappe dell’indice di siccità meteorologica, che varia da valori maggiori di +2 per condizioni estremamente umide e inferiori a -2.0 per indicare la siccità estrema.