L’edilizia sta cambiando e gli operatori del settore non possono fare a meno di confrontarsi con questa realtà. Il quadro scattato dal Cresme (Centro Ricerche Economiche, Sociologiche, di Mercato per l'Edilizia e il Territorio) ci aiuta a capirci di più.
L’ultimo Rapporto descrive un quadro di mercato in ripresa, in cui tutti i motori delle costruzioni sembrano essere ripartiti, pur con tassi contenuti, profonde polarizzazioni e differenze territoriali e tipologiche. Tra i segnali di ripresa, come previsto, sono da mettere sul piatto le opere pubbliche, che, in termini di importi dei lavori messi in gara, sono tornate nel 2018 e nel 2019 sui livelli dei primi anni 2000.
Ma se è vero che il settore delle costruzioni sta lentamente uscendo dalla più grande crisi della sua storia, non possiamo non notare che il mercato si è ridimensionato, è profondamente trasformato e appare in crisi di immagine; le costruzioni hanno pagato la perdita di ‘ruolo’ nelle riflessioni che guardano ai processi di sviluppo. Speculazione e consumo di suolo, corruzione, abusivismo e ‘bruttezza’, ‘rendita’ e immobilizzazione delle risorse, errori, ritardi, varianti, hanno disegnato uno scenario negativo che corre il rischio di non far comprendere la sfida strategica che 'l’ambiente costruito' è chiamato a giocare nella storica fase ambientale e socio-economica che stiamo vivendo. Passiamo il nostro tempo in edifici e infrastrutture che sono il prodotto, storicamente stratificato, del settore delle costruzioni. Un modello di sviluppo sostenibile e resiliente non può prescindere da una nuova consapevole strategia di investimento, che interessi la qualità dell’ambiente costruito: i luoghi in cui abitiamo sono una parte fondamentale della qualità della nostra vita e uno dei fattori determinanti la soluzione ai problemi ambientali.
Certo, serve un 'nuovo' settore delle costruzioni. E di questo si occupa ormai da qualche anno il CRESME nel suo Rapporto. Ma nel quadro della crisi che ha visto morire 100.000 imprese, uscire dal lavoro 600.000 persone impiegate nell’attività diretta e 200.000 in quella dello stretto indotto, e nell’attuale fase di ripresa che mostra dinamiche tipologiche e territoriali contrastanti, va detto che emerge nel contesto politico- economico la sottovalutazione del ruolo dell’ambiente costruito nella crescita economica, nei processi competitivi, nella ricchezza e nella qualità della vita delle persone. Questa sottovalutazione è stata ed è particolarmente evidente nel nostro Paese, ma è anche una grave sottovalutazione.
I dati sulla progettazione di lavori pubblici
Nell’ampio spettro di analisi svolto dal CRESME e sviluppato in oltre 600 pagine, un vero strumento informativo che accompagna chi opera sul mercato durante tutto l’anno, un capitolo è dedicato al mercato della progettazione del settore pubblico.
L’analisi dei bandi di gara, consente di dire che nel 2019 la domanda di servizi di progettazione, dopo una lunga fase di crescita progressiva e generalizzata, rallenta nel numero, ma continua a crescere negli importi.
In base ai dati dell’Osservatorio Cresme sui bandi e sulle aggiudicazioni di servizi di architettura e ingegneria, tra il 2013 e il 2018 i bandi sono cresciuti del 141% e l’importo messo in gara del 188%. Il numero dei bandi passa da 4.193 a 10.096; l’importo da 501 milioni a oltre 1,4 miliardi.
La fase di crescita più importante è avvenuta nel 2017 e nel 2018.
Nei primi 10 mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, si osserva un rallentamento del numero di bandi (-8,3%) ma non dell’importo che al contrario continua a crescere (+22,7%).
Nel 2019 prosegue la domanda di servizi di progettazione che prevedono l’utilizzo di metodi e strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, in cui rientra il BIM. Si è passati da circa 30 bandi nel biennio 2015-2016 a 103 bandi nel 2017 e poi a 304 bandi nel 2018, il triplo del 2017. In crescita anche l’importo dei bandi. Nel 2018 l’ammontare delle gare di progettazione in BIM è salito a 242 milioni di euro, nel 2017 erano stati 117 milioni.
Il trend di crescita dei bandi BIM sembra destinato a consolidarsi nel 2019, considerando che nei primi dieci mesi si osservano tassi di crescita del 20% per numero e importo, in linea con la crescita totale dei bandi di progettazione.
La distribuzione dei bandi BIM per classe di importo degli incarichi evidenzia una maggiore concentrazione tra i grandi incarichi di importo superiore a 200 mila euro. Nel 2019 questa tipologia di incarichi è rappresentata da 146 bandi (il 71% della domanda) dell’importo di circa 152 milioni (il 96% del mercato). Tutte le aree geografiche vedono l’utilizzo del BIM.
Nel 2018 le gare in BIM avevano rappresentato il 5,9% delle gare e il 31,2% degli importi, nei primi dieci mesi del 2019 i bandi in BIM rappresentano il 5,4% delle gare e il 18,1% degli importi.