Domani, giovedì 11 aprile, i cantieri edili si fermeranno. Lo sciopero nazionale è stato indetto dai sindacati del settore costruzioni, FenealUil e Fillea Cgil. Leggiamo le motivazioni dietro a questo stop.
“Come Segreterie nazionali di FenealUil e Fillea Cgil comunichiamo che a livello territoriale, in tutte le 21 Regioni e Province Autonome del Paese, è stato deciso di estendere a 8 ore intero turno lo sciopero anche nei settori del Legno e Arredo, del Lapideo, del Cemento e dei Laterizi, in pratica in tutti i settori rappresentati dalle due categorie di Cgil e Uil”. Così comunicano in una nota Vito Panzarella e Alessandro Genovesi, rispettivamente Segretari generali di FenealUil e Fillea Cgil.
Stop a infortuni e morti sul lavoro
“L’importanza dei temi e delle rivendicazioni delle categorie e delle confederazioni per contrastare infortuni e morti sul lavoro è tale che a livello territoriale tutti i dirigenti, delegati e militanti delle aziende manifatturiere di FenealUil e Fillea Cgil hanno ritenuto doveroso dare il massimo contributo alla riuscita della giornata di mobilitazione, con decine di manifestazioni territoriali per chiedere al Governo e alle imprese di cambiare un modello di sviluppo che oggi mette il profitto, la fretta, la scarsa qualità prima della vita umana”.
“Rivendicazioni che valgono verso il Governo - concludono Panzarella e Genovesi - a cui abbiamo chiesto di migliorare il decreto 19/2024 per una vera qualificazione delle imprese, per una vera patente a punti, per portare la parità di trattamento economico e normativo negli appalti privati, e che valgono per le imprese a cui chiediamo di fare una battaglia comune contro chi fa dumping, concorrenza sleale, si improvvisa imprenditore senza formazione, dipendenti, mezzi e organizzazione del lavoro adeguati”.