L’Italia deve ripartire, ma lo deve fare limitando al minimo le possibilità di contagio da Coronavirus. Gli ambienti di lavoro devono essere sicuri, sanificati, e i lavoratori devono munirsi di dispositivi di protezione individuale.
Per quali spese un’impresa può richiedere il relativo credito d’imposta introdotto dal decreto “Cura Italia”? Una contribuente lo chiede al Fisco.
La risposta di Paolo Calderone dell’Agenzia delle Entrate
L’art. 64 del decreto legge n. 18/2020 ha previsto, per il periodo d’imposta 2020, un’agevolazione fiscale per incentivare la sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro, quale misura di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Il successivo decreto legge n. 23/2020 (art. 30) ha esteso l’agevolazione per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e sicurezza, idonei a proteggere i lavoratori dall’esposizione accidentale ad agenti biologici e a garantire la distanza di sicurezza interpersonale.
Chi esercita attività d’impresa, arte o professione potrà usufruire di un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute al fine di evitare il contagio da “Coronavirus”. Il credito spetta fino a un massimo di 20.000 euro e nel limite complessivo di 50 milioni di euro per l’anno 2020.
Con apposito decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, saranno stabiliti i criteri e le modalità di applicazione e di fruizione del credito.