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Crisi energetica: come liberarci dal gas in 10 mosse

Energie rinnovabili di
Crisi energetica: come liberarci dal gas in 10 mosse
Si tratta di interventi proposti dalle associazioni ambientaliste, da mettere in campo da qui ai prossimi mesi e che permetterebbero di ridurre i consumi di gas

Siamo nel pieno di una crisi energetica. Le sanzioni imposte alla Russia creano non poche difficoltà anche al nostro Paese. È possibile renderci indipendenti dal gas? Se sì, come? Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia avanzano 10 proposte al governo Draghi per affrontare in modo strutturale la dipendenza dall’estero.

Si tratta di interventi normativi e autorizzativi da mettere in campo da qui ai prossimi mesi e che permetterebbero di ridurre i consumi di gas di 36 miliardi di metri cubi all’anno entro fine 2026, sviluppando l’eolico offshore e a terra, il fotovoltaico sui tetti, anche nei centri storici, e sulle aree compromesse (discariche, cave, etc), il moderno agrovoltaico (che garantisce l’integrazione delle produzioni agricole con quella energetica), la produzione del biometano (sviluppata in un chiaro contesto di riduzione del numero complessivo di capi allevati e senza sottrazione di terreno alla produzione di cibo), gli accumuli, i pompaggi e l’ammodernamento delle reti.

Le 10 proposte delle associazioni ambientaliste

In particolare le tre associazioni, chiedono in primis di:

1. autorizzare, entro marzo 2023, nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata, pari alla metà dei 180 GW in attesa di autorizzazione, da realizzare entro fine 2026;

2. aggiornare entro giugno 2022 il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), valutando l’obiettivo di produzione del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035;

3. fissare subito un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio;

4. attivare entro giugno 2022 il dibattito pubblico sugli impianti a fonti rinnovabili al di sopra dei 10 MW di potenza installata;

5. sviluppare la produzione di biometano da FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), scarti agricoli, reflui zootecnici e fanghi di depurazione;

6. escludere entro aprile 2022 l’autorizzazione paesaggistica per il fotovoltaico integrato sui tetti degli edifici non vincolati dei centri storici;

7. rivedere entro dicembre 2022 i bonus edilizi, cancellando gli incentivi per la sostituzione delle caldaie a gas;

8. anticipare al 2023 l’eliminazione dell’uso delle caldaie a gas nei nuovi edifici;

9. istituire entro giugno 2022 un fondo di garanzia per la costituzione delle comunità energetiche;

10. attivare entro maggio 2022 una strategia per efficienza e innovazione nei cicli produttivi e sulla mobilità sostenibile.

“Negli ultimi mesi - scrivono le associazioni ambientaliste - il tema energia è stato al centro del dibattito politico, anche grazie ad una incessante campagna mediatica sul tema dei rincari in bolletta e a forti dinamiche speculative, alimentate prima dall’aumento dei prezzi di acquisto del gas fossile sui mercati internazionali messi in campo dagli oligopoli delle fonti fossili, in seguito alla ripartenza dell’economia mondiale dopo le prime ondate del Covid-19, e poi dalle tensioni internazionali sfociate nella terribile guerra innescata dall’invasione russa in Ucraina”.